Cronaca

Il fratello di una vittima: "Quante volte si può ammettere di avere commesso reati gravissimi e uscire dai processi?"
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GENOVA -"Ma quante volte si possono patteggiare crimini gravi come quelli commessi da Autostrade?"

Se lo chiede polemico e amareggiato Emmanuel Diaz, fratello di Henry, una delle 43 vittime della tragedia di Ponte Morandi poco prima di entrare nella tensostruttura per l'udienza del processo che è anche la prima seduta dopo la notizia del patteggiamento di Autostrade e Spea nel processo bis in cui sono state indagate per i viadotti, i pannelli fonoassorbenti e i viadotti.

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Aspi e Spea avevano già patteggiato per il processo principale in sede di udienza preliminare e per questo e per alcuni cavilli di giurisprudenza hanno potuto ottenere di sfilarsi dal novero dei responsabili civili, ossia chi è tenuto a pagare i danni ai danneggiati.
Questo rende più complicata la richiesta delle tante parti civili che hanno chiesto di entrare nel processo: su questo la decisione sarà presa dal collegio dei giudici presieduto da Paolo Lepri. "Molte parti civili che portano addosso le cicatrici delle ferite morali subite stanno già organizzandosi per unirsi in una class action ed esigere i danni ad Autostrade e Spea in sede civile" annuncia Diaz.

Per non bloccare il tribunale e non occupare l'aula bunker nei fondi del palazzo oggi i familiari delle vittime, gli addetti ai lavori come i giornalisti e i cittadini interessati (il processo è aperto al pubblico) potranno seguire l'udienza solo da un'aula aperta a un centinaio di metri di distanza in via del Seminario nel complesso della biblioteca Berio.