Caos e fiamme nelle carceri liguri. Nella giornata di ieri, un detenuto di origine nigeriane, già protagonista di alcuni danneggiamenti, di resistenza e di aggressioni, ha distrutto in una sola giornata tre celle ed ha poi incendiato un materasso ed altri oggetti, appartenenti al carcere di Marassi, a Genova.
"Marassi ormai è un vero campo di battaglia, - commenta Michele Lorenzo, segretario regionale del SAPPe Liguria - "un istituto dove ogni giorno avvengono episodi di violenza e disordini vari, dove la Polizia Penitenziaria annaspa per cercare di evitare danni peggiori."
Dall’inizio dell’anno - come si legge nella nota - sarebbero già 120 i casi di autolesionismo, 21 di incendi dolosi, 17 di tentati suicidi e 122 di danneggiamenti a celle. Un carico di lavoro per i baschi blu di Marassi che deve essere oggetto di valutazione ed interventi istituzionali e politici. Tutto questo non si può definire normale e non è accettabile che non ci sia una giusta valutazione e predisporre un piano di intervento.
Il segretario Generale del SAPPE Donato Capece ricorda che "da mesi il SAPPE denuncia le gravi violenze contro i poliziotti delle carceri italiane, sempre più spesso aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti e la mancata assunzione di provvedimenti in materia di ordine e sicurezza delle carceri da parte del Ministero della Giustizia a tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sintomo evidentemente di una mancanza di progettualità dell’esecuzione della pena e, in questo, contesto del ruolo dei Baschi Azzurri”.
E per quanto concerne i provvedimenti necessari a fronteggiare la pandemia tra le sbarre afferma: “Oggi nelle carceri italiane abbiamo 16 unità fra la Polizia Penitenziaria e 14 fra il personale amministrativo e dirigenziale dell’Amministrazione come personale assente ingiustificato, ai sensi del decreto-legge n. 127 del 21 settembre 2021 sulle Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening. I dati dell’ultimo monitoraggio effettuato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria registrano 196 detenuti positivi (34 in più rispetto alla scorsa settimana), a fronte di una popolazione reclusa di 54.111 effettivamente presenti negli istituti. Soltanto due risultano essere sintomatici, mentre un terzo è ricoverato in una struttura ospedaliera. Numeri al rialzo anche fra gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, che contano 217 positivi (46 in più rispetto a sette giorni fa), pressoché tutti a casa e nessuno in ospedale. Sono invece 20 fra il personale amministrativo e dirigenziale dell’Amministrazione, con un solo ricoverato”.
Conclude Capece: “Anche coloro che ancora non sono vaccinati si stanno organizzando per essere in regola, ma io credo che vadano invece riviste le disposizioni emanate dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che consentono a familiari dei detenuti, avvocati, magistrati e periti di accedere alle carceri senza il Green Pass, lasciandone l’obbligo solamente al personale di Polizia Penitenziaria: non credo che il terribile virus distingua tra divisa ed abiti civili….”.
IL COMMENTO
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