Cronaca

Parla la donna che - con il figlio - dal terrazzo di casa ha inveito contro i manifestanti. Ma una vicina cubana si schiera con i lavoratori: "La libertà di sciopero è un bene da tutelare, io lo so bene perchè a Cuba è proibito"
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GENOVA -"Ho contestato gli operai in sciopero perché bloccando la strada rischiavano di fare perdere il posto di lavoro a decine di camionisti rimasti bloccati nella coda per colpa del blocco stradale...".

A parlare è Francesca, il nome però potrebbe essere inventato, la donna che martedì 2 agosto dal terrazzo di casa, dal civico 6 di via San Bartolomeo del Fossato, ha contestato con il figlio trentenne i mille lavoratori dell'Ansaldo Energia che stavano bloccando la rampa d'accesso al casello autostradale di Genova Ovest dopo la notizia che potrebbero perdere il posto di lavoro perché l'azienda ha un buco di 450 milioni di euro che potrebbe, se non interverrà lo stato, preludere a una procedura di semi fallimento.

La donna e il figlio (nella foto piccola) dal terrazzo hanno gridato e fatto gestacci contro gli operai che bloccavano la strada, forse, come hanno accusato i lavoratori, lanciando anche qualche oggetto, tanto che a fine alcuni scioperanti hanno assediato il portone e sono saliti sino all'ultimo piano del palazzo per regolare i conti, solo l'intervento degli agenti della Digos ha evitato il peggio.

Una tensione che ha innervosito tutti: alcuni operai hanno anche cercato di impedire alla nostra troupe di filmare quanto stava accadendo davanti al palazzo.

Intervistiamo Francesca, che di lavoro fa la bidella, rimanendo sul ballatoio e parlando dalla porta: "Io non le apro perché non voglio fare vedere il mio viso" spiega la donna, che poi accetta di parlare: "Abbiamo contestato gli operai perchè stavano causando tanti disagi ai camionisti che si sono ritrovati in coda per colpa del blocco, non si fa così, se vuoi protestare fallo, ma senza creare problemi a chi lavora. Ho visto scene brutte: operai che assalivano un motociclista per bloccarlo, la fila di camionisti bloccati nella coda, non è giusto tutto questo".

Ma gli scioperi da sempre creano disagi ai cittadini, al traffico, ma mai ci era capitato di vedere cittadini che si scagliano con tanta veemenza come avete fatto voi contro i manifestanti, lei ha innescato altra tensione inutilmente visto che poi, con il dialogo, i camionisti e gli automobilisti sono stati lasciati liberi di transitare.

"Ripeto, io e mio figlio li abbiamo contestati solo per difendere i diritti di cui è rimasto bloccato nella coda".

Lei è bidella: non le è mai capitato di scioperare?

"Sì, credo che lo sciopero sia giusto, ma io non vado a bloccare nessuno".

Suo figlio cosa fa nella vita?

"Sta cercando lavoro".

Gli operai dicono che avete lanciato una pietra contro di loro?

"Non è vero, non abbiamo lanciato niente".

Però li avete innervositi tanto che poi alcuni operai sono venuti a cercarvi, ha avuto paura?

"Certo, gli operai poi sono venuti qui e volevano buttare giù la porta".

Vi hanno salvato gli agenti della Digos...

"Certo che è venuta la Digos, gli operai volevano buttare giù la porta".

Se potesse rivolgersi agli operai oggi cosa direbbe?


Gli direi che condivido pienamente le loro rivendicazioni ma non questo modo di manifestare, perchè io mi sono affacciato perchè ho sentito come una bomba, erano petardi? ma mi è tremato il pavimento sotto i piedi, per questo sono uscita fuori, io pensavo a una bomba tanto che mi è venuta in mente la guerra".


Nel portone pochi inquilini hanno voglia di commentare quanto accaduto il due agosto, parla invece una donna cubana che abita poco lontano e che proprio per le sue parole preferisce rimanere anonima: "La donna che ha critica gli scioperanti ha sbagliato, la libertà di scioperare è un bene molto prezioso che deve essere tutelato e non criticata, e io posso dirlo con certezza perchè a Cuba ancora adesso è vietato scioperare anche se stiamo vivendo una crisi senza precedenti che sta impoverendo e affamando il popolo cubano. Per questo dico alla donna e al figlio di non contestare chi sciopera perché lo scioperò significa democrazia, se un cittadino non è libero di scioperare non è libero, come accade da noi a Cuba".

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