GENOVA -"Gli arresti non bastano perché via Prè è stata abbandonata anche dai genovesi e la vera svolta può arrivare solo salvando davvero i giovani che spacciano e che consumano droghe".
A parlare all'indomani di una operazione antidroga dei carabinieri che ha permesso di fermare quasi trenta pusher senegalesi che vendevano droga in via Prè e alla Darsena è padre Rinaldo Resecco, storico parroco di frontiera della parrocchia San Sisto di Prè, il centro storico di Genova più degradato.
"Una volta - riprende il prete - il sindaco Pericu, scomparso di recente, aveva detto che la colpa era anche delle autorità che che avevano allontanato tante persone per ripristinare il quartiere e poi avevano impiegato venti o trent'anni per risanare, cosicché la via era diventata sede di emarginati che vivevano in questi luoghi abbandonati. C'è un palazzo verso porta di Vacca che ha avuto impalcature per trent'anni e ce l'ha ancora tutt'ora".
"E' bene che vengano fatti, ma gli arresti non cancellano il degrado - ribadisce padre Resecco -, stamane in vico superiore Sant'Antonio c'erano gruppi di drogati che si facevano. Il problema non si risolve senza persone in grado di convincere questi giovani, spacciatori e clienti, a cambiare vita e a salvarsi".
Padre resecco poi ricorda che persino il vescovo ausiliare di Genova tempo fa si vide proporre della droga dagli spacciatori di Prè: "Noi abbiamo chiesto di mettere un presidio fisso di forze dell'ordine con competenze psicologiche per contrastare con il dialogo la dipendenza e lo spaccio, bisogna recuperare questi giovani, ci sono delle ragazzine che fanno di tutto per la droga, anche vendere il proprio corpo. E' un panorama desolante, uno sfacelo, ma serve l'impegno di tutti, non solo delle forze di polizia, solo così Prè potrà tornare a vivere davvero".
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