Cronaca

Non si devono lasciare quaranta ragazzi in un istituto senza assistenti in grado di gestirli
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GENOVA -"E' stata una notte di ambulanze, polizia e carabinieri, e non è stato bello...".

Il papà della giovane che gestisce il chiosco bar di corso Armellini davanti all'ospedale Evangelico parla mettendoci la faccia della guerriglia della notte appena passata divampata all'interno dell'ostello di passo dell'Acquidotto, a Castelletto, dove una quarantina di giovani stranieri non accompagnati si sono affrontati a calci e pugni. Da una parte egiziani, dall'altra albanesi.


La tensione nella zona è salita dall'inizio dell'anno quando nella struttura sono stati trasferiti i giovani evacuati dall'ostello del Righi in seguito alla rivolta dei giovani di Oregina, anche loro infuriati con gli stranieri per le violenze commesse nella zona, rapine e molestie alle ragazze.

"Qui poi ci sono anche delle scuole, ed è da mesi che è così - aggiunge l'uomo - , e pensare che il giorno dell'arrivo del Giro d'Italia al traguardo di De Ferrari avevo incontrato il sindaco Bucci e glielo avevo detto, "guardi cha a Castelletto abbiamo una situazione grave", lui mi aveva risposto che glielo avevano accennato, ma adesso la campagna elettorale è finita...".



Mirata invece la critica che arriva da un giovane abitante che dice di lavorare nel sociale e che parla solo dietro la garanzia di non essere inquadrato in viso: "In questa struttura ci sono quaranta ospiti ma solo un paio di educatori che oltretutto a mio avviso non sembrano essere capaci a gestirli. Lo scontro è durato ore, i ragazzi erano una quarantina e di due etnie differenti, alla fine noi siamo riusciti ad andare a dormire alle due o alle tre di notte".


E' molto arrabbiata anche una giovane fruttivendola: "Quando ho rilevato questo negozio la polizia locale mi ha fatto mille controlli, e allora mi chiedo perchè nessuno verifichi se il personale che gestisce questo ostello è adeguato, io non credo. Oltretutto è normale che si pretende di custodire quaranta ragazzi in una struttura così senza offrirgli la possibilità di fare delle cose, ora che la scuola è finita, alla fine la situazione esplode".

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