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5 minuti e 4 secondi di lettura
di Franco Manzitti

Davanti alla distesa di piazzale Kennedy, piena estate 2025, un cantiere abbandonato, cumuli di sabbia, mezzi fermi nessun operaio al lavoro e l'indecifrabile destino di un'area senza anima, mi è venuto un po' di sconforto. Ma non doveva esserci una foresta di alberi e sotto un mega posteggio al servizio del quartiere e del mitico water front di Levante? O per lo meno i lavori in corso per questo obiettivo, datato 2026? Non doveva questo luogo trasformarsi in qualcosa che la città aspetta da decenni. dopo avere visto qua solo un enorme piazzale- posteggio, nottetempo rifugio di coppiette in auto o pista per improvvisate scuole guida fai da te, animato solo quando qualche evento gli dava un senso, compreso il tempo da dimenticare delle prime vaccinazioni antiCovid, dopo il terrore della pandemia?

Doveva, poteva, sembrava....c'era la data di fine lavori.... Quella della scadenza diventa una specie di maledizione genovese sopratutto per una generazione come quella mia dei cosidetti boomers, che ora vedono scorrere il tempo con la paura di non riuscire a scoprire neppure una delle grandi trasformazioni che la città vende di se stessa da anni.

Il Terzo Valico è slittato al 2030 o forse di più e noi che lo aspettiamo almeno dal 2012 come opera che ci avrebbe cambiato il destino, facendoci diventare non il “sobborgo” di Milano, ma il suo grande quartiere sul mare, rivalutando valori immobiliari e inducendo a lavorare nella città meneghina. ma a vivere nella Suberba.

Non parliamo della Gronda attesa dal 1989 sotto il nome di Bretella e di cui si sono perse le tracce da tempo.....Quella più che una incompiuta sarà il grande bluff che ha trapassato i decenni: gallerie per 57 chilometri per ricollegare Genova al mondo e a se stessa, gronda di Levante e di Ponente, temiamo Gronda di niente e forse solo di grandi e inutili dibattiti pubblici e di milioni e milioni versati con i pedaggi di tutti gli italiani. Fine lavori 2032- 2036????????'

Poi c'è l'Hennebique, quel grande Silos adagiato in mezzo al porto, che ne cambierebbe il cuore e che alla fine doveva essere svuotato nel suo contenuto, ma non nel suo involucro storico e riadattato a dèpandance della Stazione Marittima, a uffici, a Hotel Cinque stelle, perfino a Museo del riciclo e chi più ne ha più ne metta e traguardato anche lui al 2028, con tanto di cartellone-rendering beffa per chi arriva dalla Sopraelevata.
E ora l'impresa che se lo era aggiudicato ha incontraro serie difficoltà a Milano ed è tutto fermo, dopo che già prima era spuntato un rio sotto le sue viscere, che ne minava le fondamenta e nessuno se ne era accorto.

Quindi anche qui Hennebique uguale a Henne niente.
Poi c'è la Loggia dei Mercanti, ombelico di Zena, dove Govi raccontava che andava a “prendere due raggi” e lo scambiavano per mendicante e che doveva diventare il Museo della città entro la fine degli anni Venti del Duemila, la storia della Repubblica da esporre ai turisti per capire qualcosa di questa città a strati, di una bellezza struggente e di secoli uno sopra l'altro. Oggi la Loggia è un cartonato, chiusa ferma, avvolta nei teloni. Loggia di niente, quindi......

E poi c'è il tunnel subportuale, che se vai nei pressi della Lanterna vedi il cantiere zero, dove hanno preparato tutto per l'inizio dello scavo che deve andare quaranta metri sotto l'acqua del porto. E' fermo chissà fino a quando e perchè, ma doveva essere finito nel 2032. Mancano sei anni abbondanti, dai forse se incominciano ce la fanno. Ma intanto il tunnel e un tunnel del buco che non si vede.
Poi c'è la Metropolitana-cucù. di cui abbiamo parlato tante volte che ora basta perchè nove sindaci per sette chilometri e duecento metri grida vendetta. E qui il fine lavori non c'è, solo le ipotetiche stazioni del futuro. L'ultima? Staglieno in un percorso nuovo che risolverebbe il dopo Skymetro.... Tempi? Eterni.

E poi c'era la funivia progettata e programmata e in parte finanziata, dal porto a Begato, che non si farà mai più e così non trasformerà la muraglia genovese nell'ottava meraviglia del mondo e non porterà i milioni dei turisti sfiancati dal girotondo delle banchine e del centro storico in vetta dal Puin, al Diamante, al Tenaglia, ai Due Fratelli e via andare....

E poi c'è il nodo ferroviario di Genova, che lo costruiscono da quindici anni ed è in ritardo di dieci. Dovevano finirlo nel 2020 come avevano assicurato a noi boomers e chiedetelo agli abitanti di via Gropallo e dintorni che hanno ancora il muro sotto casa, sopra la stazione Brignole.
E chiedetelo a chi attraversa Piazza Corvetto, non più con il sotto passo, ma in mezzo alla piazza stessa e chiedetelo a Mazzini e Vittorio Emanuele III e al suo cavallo. Quando la piazza tornerà come prima e non circondata dal cantiere.
E poi … e poi..... E poi la seggiovia o funivia o ovovia per gli Erzelli, e poi il tapis roulant tra la Stazione marittima e la stazione Principe e quello tra l'aeroporto e la stazione di Sestri......
Questa è una città in ritardo e non sappiamo se quelli che la governano oggi faranno ripartire qualcosa, ma ci sembrano concentrati su altro.
A noi che osserviamo da decenni pare che l'unico momento in cui l'abbiamo vista muoversi era il fatidico 1990-1992, quando tutto insieme abbiamo visto rifare lo stadio per il Mundial, il Carlo Felice, che sembrava impossibile e palazzo Ducale, che era il Tribunale ed è diventato il nostro Beaubourg e sopratutto quando abbiamo scoperto il Porto Antico, che era dietro una muraglia invalicabile.

Camminavamo da bambini lungo quel muro e sentivamo di là il suono delle sirene, il sibilare del grano che finiva nel grande silos e sognavamo le banchine che poi avremmo scoperto, spalancando gli occhi come mai ci era successo. Perchè ecco che spuntava una città altra, che non immaginavamo neppure e quella conosciuta, vista da un'altra prospettiva. Magica. E che era magnifica. Lo è ancora, ma temiamo in perenne ritardo. Fine lavori?

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