
La terza puntata di “Ti ricordi?”, dedicata a Mario Sossi, il magistrato genovese, rapito nel 1974 in Albaro da un commando delle Brigate rosse, riassume un po' tutti i misteri e i segreti di questa clamorosa operazione terroristica.
Allora il giudice era in mano ai terroristi da 40 giorni, in una prigione del popolo dentro a una villetta nascosta sulle alture di Tortona. L'intero Paese si stava dilaniando sul suo destino tra i brigatisti e in particolare il capo delle Br Renato Curcio e Alberto Franceschini del commando sequestratore, che avevano chiesto in cambio della sua vita la liberazione di otto terroristi della banda XII Ottobre, da consegnare a paesi esteri.
La Corte d'Assise d'Appello di Genova aveva concesso questa liberazione clamorosa, ma a una condizione che era stata imposta dal procuratore capo Francesco Coco: Sossi doveva essere liberato e le sue condizioni di integrità fisica dovevano essere verificate.
I magistrati erano da una parte con quella decisione, lo Stato dall'altra, impersonato dal Governo in carica e in particolare dal ministro dell'Interno Paolo Emilio Taviani, contrari a quella decisione. Guai, a loro avviso, se lo Stato avesse ceduto al ricatto terrorista.
Mentre ci si interrogava su quanto poteva accadere con Genova sotto choc, la famiglia di Sossi disperata, il magistrato fu liberato. Ma dove? Non vicino a Genova o a Tortona, dove era prigioniero a insaputa di tutti gli inquirenti. Ma a Milano in un parco pubblico in centro, ma non vicino alla stazione Centrale.
Prima di annunciargli che lo liberavano i terroristi gli avevano anche prospettato l'ipotesi che lo avrebbero ucciso. E Franceschini gli aveva anche detto: “Sarò io a farlo!”
Invece eccolo libero, con i cerotti sugli occhi in una panchina milanese, con in tasca un biglietto ferroviario per la stazione di Genova Principe. Cosa era successo?
La terza puntata racconterà le incredibili sequenze della liberazione, la sua spiegazione. Seguirà Sossi che si stacca i cerotti dagli occhi e cerca di prendere un tram che lo porti alla stazione Centrale senza che nessuno lo riconosca. Neppure in stazione, dove tutte le edicole sono piene delle sue foto, viene riconosciuto. Allora si fa riconoscere da un ragazzo, un militare di leva, al quale confessa chi è e chiede di aiutarlo ad arrivare a Genova....
Scende alla stazione della sua città, dove non si parla che di lui, con in testa il rovello del perchè alla fine i terroristi sono stati così inspiegabilmente decisi a rompere gli indugi. “Perchè a Milano? “ aveva chiesto, quando gli avevano spiegato dove era....
La risposta era stata provocatoria: ” Perchè Taviani si è vantato di avere costruito a Milano un sistema impenetrabile di controlli e così gli dimostriamo che facciamo quello che vogliamo....”
A Genova Sossi non corre subito a casa come si potrebbe immaginare, ma chiama un amico, medico legale, va a casa sua, si va tagliare la barba lunga e perfino accorciare un po' i capelli, consegna al giudice Adriano Sansa una lettera delle Br che chiedono al notissimo pretore di far arrivare a un suo cugino giornalista de “Il Corriere della Sera” un volantino da pubblicare sul giornale.
E finalmente spunta in via al Forte di san Giuliano dove c'è una folla che oramai ha capito che è libero e che sta tornando a casa. Si può immaginare l'incontro con la moglie Fiorella con le giovanissime figlie, l'intervento dell'avvocato della famiglia, Marcellini, che convoca una conferenza stampa per l'indomani in modo da fermare l'assalto dei giornalisti.
Non è finita..... Sossi ha ancora le forze di farsi accompagnare dall'amico Athos Lacavera, medico legale, all'Istituto di Medicina legale per farsi visitare. I periti legali certicheranno uno stato neurologico confusionale e due costole rotte.
Sossi non è sano.
Ecco che la condizione chiesta per liberare gli otto della XXII Ottobre non è plausibile. Ecco perchè da una parte Sossi è libero ma i compagneros della Valbisagno non lo saranno.
Ecco il seguito sospetto di questa storia che abbiamo ricordato.
Una pioggia di interpretazioni diverse, di domande, di segreti, espressi perfino dagli stessi sequestratori che anni e anni dopo, scontata la pena, riveleranno che tra loro c'erano anche elementi sconosciuti, probabilmente agenti dei servizi segreti, infiltrati nella colonna Br, rimane congelata su questa storia degli anni Settanta, la prima grande operazione targata Br, cui ne seguiranno tante altre, che terrorizzeranno la città e il Paese. Genova ancora una volta è il laboratorio....
La terza puntata di “Ti ricordi ?”, dedicata a Mario Sossi, andrà in onda lunedì sera alle 2230 su Primocanale.
IL COMMENTO
Aspettando una Genova reale dopo una campagna affumicata
Elezioni Genova 2025: dall'Ecuador all'Iran, ecco gli stranieri in corsa per il Comune