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Quello che appare chiaro è che a prescindere dalle cause del non funzionamento, atti vandalici o usura del tempo, le autorità competenti nulla o poco hanno fatto negli anni per ripristinarne un decoro che oggi sembra ormai perduto
2 minuti e 14 secondi di lettura
di Francesco Gastaldi*
Le fontanelle di piazzetta Don Bruno Venturelli e via Carso

Quando l’acqua potabile non arrivava in tutte le case, erano un presidio indispensabile del territorio, parliamo delle fontanelle che ancora si possono osservare in vari punti di Genova con la classica Pigna sovrastante (simbolo di buon auspicio, di speranza e fortuna in molte civiltà). Talvolta dimenticate nel tempo, con rubinetti chiusi o guasti o avvolte da ruggine dopo aver perso la funzione per cui un tempo erano state realizzate: erogare acqua potabile. Su internet troviamo anche una schedatura[1] fatta da cittadini, appassionati e studiosi con accurata classificazione di quelle attive e non attive (forse non del tutto aggiornata e limitata al centro), anche alcuni gruppi Facebook[2] segnalano foto. Alcune fontanelle sembrano rotte e inutilizzate da moltissimi anni, pochissime quelle originali con il rubinetto a pomo (una sulla passeggiata di Nervi).

Quello che appare chiaro è che a prescindere dalle cause del non funzionamento, atti vandalici o usura del tempo, le autorità competenti nulla o poco hanno fatto negli anni per ripristinarne un decoro che oggi sembra ormai perduto. Ad alcune manca la Pigna, sono simbolo di un arredo urbano e ad una attenzione dei luoghi giornalieri del vissuto dei cittadini che a volte appare carente, in questi anni 2000. Le fontanelle sono molto simili a paracarri e dissuasori di traffico, molto in voga a Genova nel dopoguerra, anche in Centro storico e ancor prima delle grandi pedonalizzazioni. Questi elementi, così come panchine, sedute, margini di aiuole, cancelli di parchi, cartelli, targhe di vie e piazze, andrebbero censiti e conservati in modo adeguato, elementi di memoria collettiva, usi e vissuti dei quartieri che andrebbero valorizzati, erano spesso simili e uguali in molte parti della città, specie in tutte le zone centrali così da rendere omogenei e riconoscibili i luoghi e la fruizione pubblica.

Il fenomeno denota problemi di accesso all’acqua pubblica in molte zone della città, anche per gli animali domestici e ancor più, potrebbe essere di grande utilità in una città ormai turistica, per evitare rifiuti di plastica. Mi chiedo dove siano tutti i teorici dei beni comuni, tutti i fan dell'acqua pubblica di referendaria memoria, tutti quelli che “bestemmiano” per il caro bollette acqua, tutti gli ecologisti e iper-green con borraccia da riempire nello zaino. Oggi viviamo per le strade, lavoriamo in stazioni e piazze, facciamo pausa pranzo all’aperto o zigzagando, siamo in continui spostamenti erranti nelle centralità urbane, dicono che l’acqua faccia molto bene!!!

[1] https://www.fontanelle.org/Mappa-Fontanelle-Genova-Liguria.aspx

[2] https://www.facebook.com/photo/?fbid=10150278841971851&set=a.10150211997481851.322627.175141546850

*Professore associato di Urbanistica, Università IUAV, Venezia

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