I tempi della città fantasma, quella Genova che si svuotava a inizio agosto con un "arrivederci a settembre", sembrano essere un lontano ricordo. Se in tanti cittadini anche quest'anno sono partiti per le vacanze, è vero anche che lungo le strade del Centro Storico ci si imbatte in quella che è ormai diventata una 'specie' comune in città, "il turista". Che sia una famigliola di stranieri di passaggio, intenta ad approfittare di qualche ora in centro prima di prendere il traghetto alla volta delle isole, o un gruppo organizzato che resta incantato dalle bellezze nostrane, passeggiando in via Garibaldi o ammirando la Casa di Colombo, per tutti il biglietto da visita resta lo stesso di sempre: "Chiusi per ferie". Sono infatti molte le serrande abbassate nelle due settimane più gettonate dell'anno per andare in vacanza, dai negozi ai tanti ristoranti, segno di come ancora la città non abbia ancora cambiato pelle fino in fondo. Legittimo e giusto concedersi il meritato riposo, dopo lunghi mesi di attività, ma al contempo non è semplice indirizzare i tanti stranieri che "a sorpresa" hanno deciso di trascorrere qualche giorno in città e che non hanno così tanta scelta per pranzo o cena. Quando una città insegue una nuova vocazione turistica, i locali diventano un servizio a cui non si può rinunciare.
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Fortuna che qualcuno ha imparato la lezione, a partire da Boccadasse dove i vacanzieri arrivano anche con pulmini organizzati pur di ammirare uno dei luoghi simbolo della città e trovano ristoranti e bar aperti. E fortuna che ci sono nuove attività, specialmente street food liguri, a fare da baluardo per chi si avventura a Genova in queste giornate.
Ma serve ancora cambiare mentalità e l'ho capito atterrando all'aeroporto di Genova un sabato sera d'agosto. Ad accogliermi a casa, una lunga fila tra genovesi carichi di valigie e turisti confusi. Nessun taxi e al telefono l'operatrice 'intelligente' Iris non comprende l'indirizzo dell'aeroporto. Dopo quaranta minuti d'attesa, tra esasperati in coda e 'furbetti' che hanno provato a saltarla, riesco a salire sul tassì e il conducente mi chiede il motivo di tanto caos. Non capita spesso, in effetti, che tre aerei atterrino tutti insieme al Colombo. Dopo avergli spiegato la situazione, una volta arrivata quasi a casa, il tassista sentenzia così: "Sa cosa faccio io, con tutte quelle persone in coda che tornano dalle ferie o vengono qui in vacanza? Prendo l'autostrada e me ne vado a casa mia", lasciandomi interdetta sul marciapiede assieme ad un gruppetto di ragazze che disperatamente da ore cercavano un taxi. In una Genova turistica ancora a piedi, che potrebbe decollare, ma ancora non riesce.
IL COMMENTO
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