GENOVA - Chi l’avrebbe mai detto qualche decennio, lustro o semplicemente anno fa, che sul ponte di comando di Genova sarebbero salite tante signore in posti chiave? È veramente un grande segnale come l’“altra metà del cielo” - così si diceva oramai arcaicamente un tempo - stia conquistando i ruoli che contano.
Arriva una signora questore, Silvia Burdese, prossima ad insediarsi, ed è la prima volta nella storia che, per dirla in modo semplice, al comando della Polizia c’è una donna con la coincidenza che anche la prefettura è nelle mani da poco tempo di un’altra signora, Cinzia Torraco.
Se aggiungiamo che anche la più alta carica della magistratura genovese, la presidenza della Corte d’Appello, è nelle mani della giudice Elisabetta Vidali, la conclusione è che la maggioranza dei vertici istituzionali genovesi è donna. E proprio in questi giorni assumerà il suo incarico Ilaria Bonacossa, nuova direttrice di Palazzo Ducale.
A tutto questo possiamo aggiungere anche che, per la prima volta nella sua storia il “Secolo XIX”, il giornale di Genova e della Liguria, è diretto al femminile, da Stefania Aloia, una delle poche signore ad avere questo ruolo in Italia, dove ci sono anche pochissimi precedenti. A me piace ricordare sopratutto Sandra Bonsanti, una grande direttrice, forse una delle prime in assoluto, che dirigeva “Il Tirreno” nei gloriosi tempi del Gruppo Espresso, il primo ad affidare una sua importante testata ad una signora e che signora giornalista.
Nella lunga e importante storia di questo giornale, nel quale ho avuto la fortuna di lavorare negli anni più belli della mia adolescenza e maturità professionali, una direzione femminile è veramente un bellissimo passaggio, che forse la città non ha ancora colto nella sua carica di novità e importanza, seppure con le difficoltà che i giornali stanno vivendo.
Se al ruolo di Aloia aggiungiamo che una posizione chiave nella rappresentanza sindacale italiana dei giornalisti è oggi ricoperta da Alessandra Costante, donna e genovese, redattrice de “Il Secolo”, impegnata in un ruolo così delicato in questi tempi, dobbiamo arrivare alla conclusione che quella “metà del cielo” occupa veramente uno spazio sempre più largo e importante.
D’altra parte qui a Primocanale di direttrici donne se ne intendono molto, avendo affidato oramai una ventina di anni fa la direzione della Tv a una Ilaria Cavo giovanissima, ma capace di gestirsi quella tempesta del G8 nel 2001.
Ora Cavo, dopo una bella carriera giornalistica in Italia, è in Parlamento a rappresentare la Liguria come altre donne di valore e ovviamente schierate su fronti diversi. Vale ricordare Raffaella Paita, diventata praticamente una delle spalle di Matteo Renzi in Italia Viva, dopo la sua militanza nel Pd, Valentina Ghio, deputata nel Pd, dopo essere stata sindaco di Sestri Levante e segretaria regionale del suo partito.
E chissà quante signore genovesi impegnate in ruoli importanti nella politica ci dimentichiamo in questo rapido riepilogo. Dalla mitica Ines Boffardi, superdemocristiana, in avanti.
Abbiamo avuto un sindaco come Marta Vincenzi, la prima e l’unica di questa città, una donna della politica che ha pagato prezzi spropositati e ingiusti, essendo una risorsa importante della politica stessa e della comunità genovese.
Roberta Pinotti è stata anche ministro della Difesa, partendo dalla sua Sampierdarena. E Genova può perfino vantare una presidente di Corte Costituzionale e anche ministra, come Fernanda Contri. Insomma l’elenco è lungo e, in questo caso, lacunoso perché tralascia tante altre attività non solo politiche, istituzionali e giornalistiche, come il mondo della scuola, dell’Università, delle professioni, delle gradi opere di solidarietà e volontariato, dell’impegno civile e sociale.
Come dimenticare nel tempo passato Bianca Bozzo Costa, fondatrice dei Ceis, definita la signora della solidarietà?
Con queste novità istituzionali e non e ricordando questo passato importante, Genova è sicuramente più femminile. Non guasta e promette bene.
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