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Oggi inizia presso il Tribunale di Genova, il processo penale denominato “Morandi bis” in cui sono contestate ad Autostrade per l’Italia varie ipotesi di frode nelle pubbliche forniture, cioè il conseguimento di denaro per effettuare manutenzioni di opere che in realtà in sostanza non sono mai state eseguite o lo sono state in maniera inadeguata. Le lacune manutentive hanno raggiunto livelli tali da portare l’accusa a contestare anche il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti nonché un’ipotesi di disastro colposo in relazione al crollo di una galleria sulla A26 nel dicembre 2019, che solo per un caso fortuito non si è trasformato in una tragedia. Il tutto con i conseguenti e successivi disagi e isolamenti dovuti alle limitazioni al traffico rese necessarie per colmare il gap manutentivo e di sicurezza prodottisi nel corso degli anni.

Mentre nelle aule del tribunale si farà luce sugli errori passati, nulla però cambierà rispetto alla nostra situazione attuale.
Continuiamo a rimanere ogni giorno bloccati in un traffico caotico e pericoloso, in una regione dove il rumore incessante delle autostrade è diventato parte della vita quotidiana per migliaia di cittadini, costretti a convivere con il mancato ripristino delle barriere fonoassorbenti, anch’esse oggetto di contestazione nel procedimento penale.

La prospettiva che emerge è preoccupante. La crisi causata dalla mancanza di manutenzioni passate non si risolverà nel breve termine, ma continuerà a impattare la vita dei liguri per molti anni a venire. È inaccettabile che i cittadini di questa regione, costretti a subire ancora questo stato di cose, vedano anche aumentare i pedaggi autostradali.

Con il “decreto milleproroghe” assistiamo invece all'ennesimo aumento. Una decisione che colpisce duramente automobilisti e pendolari, già stremati da un sistema al collasso. Personalmente sono più volte intervenuto in Senato, presentando emendamenti volti a bloccare almeno l'aumento dei pedaggi sui nodi autostradali genovesi e savonesi. Questa proposta è stata però sempre respinta dal governo, che aveva promesso un intervento alternativo. Si è trattato di promesse vane, di parole al vento. Nulla di concreto è stato fatto, e oggi i liguri si trovano ad affrontare il terzo aumento dei pedaggi in poco più di un anno.

Da oltre un anno, propongo in Senato un emendamento per bloccare gli aumenti dei pedaggi. Questo emendamento ha superato tutti i controlli degli uffici legislativi del Senato ed è stato più volte portato al voto, ma purtroppo il governo e la maggioranza di centrodestra continuano a opporsi.

Il tempo stringe. Venerdì scade il termine per gli emendamenti al decreto milleproroghe alla Camera. Offro ai miei colleghi deputati liguri il testo del mio emendamento, nella speranza che dalle parole si passi ai fatti. È ora di dimostrare il nostro impegno verso i cittadini liguri, votando e sostenendo tutti insieme questa proposta per dimostrare ai cittadini liguri almeno un po’ di rispetto.

Dopo il comma***, inserire il seguente:
        «*. Per l'anno 2024, le disposizioni relative alla variazione delle tariffe autostradali non si applicano, in considerazione dei cantieri presenti a seguito del crollo del Ponte Morandi, al tratto autostradale dell'A10 ricompreso tra i caselli di Savona Vado e Genova Ovest, al tratto autostradale della A7 tra i caselli di Genova Ovest e Serravalle Scrivia, al tratto autostradale della A12 tra i caselli di Genova Ovest e Sestri Levante e al tratto autostradale dell'A26 tra i caselli di Novi Ligure e il raccordo A10 Genova-Savona.».

*Sen. Lorenzo Basso
Vicepresidente Commissione Trasporti, Ambiente e Innovazione tecnologica del Senato della Repubblica