Commenti

2 minuti e 4 secondi di lettura

Il traffico di Genova è sempre stato abbastanza complicato dal disegno della città: una striscia, lunga e stretta, fitta di salite e discese e curve degne di un valico montano. Oppure vicoli, piazzette. Se poi alle auto si aggiunge una quantità enorme di due ruote, scooter e moto soprattutto e oggi anche monopattini e bici, tutta la faccenda si complica ulteriormente.

Così per i pedoni, attraversare questa città, percorrerla a meno che non ci si trovi nel cuore pedonale del cento storico, è un rischio perenne che aumenta a dismisura nelle strade dritte e lievemente più larghe del normale. Penso a via Venti Settembre, corso Buenos Ayres, corso Italia, ma in particolare a un percorso “dannato” che parte dalla Circonvallazione a monte e, toccata piazza Manin si getta giù per la ripida via Assarotti. Ebbene i viali alberati di Castelletto, curva dopo curva, sono un pericoloso tranello per i pedoni quando questi desiderano attraversarli.

Le strisce stinte appaiono dietro le curve continue, magari occultate da posteggi invadenti (perché le auto un po’ più lunghe debordano abbondantemente dalle righe blu restringendo paurosamente la carreggiata, ma soprattutto nel buio notturno. Addirittura sfido anche un automobilista con la vista perfetta nell’individuazione terrena di un attraversamento pedonale.

In via Assarotti la serie di attraversamenti ormai grigioneri come l’asfalto della strada, appaiono tra le auto in sosta (regolare) e i furgoni in doppia fila, con l’aggravante che la discesa dritta da Manin a Corvetto è un invito a accelerare. Quando magari un bus si ferma davanti a un attraversamento per fare passare un pedone, questi rischia di essere atterrato da una moto che scende e supera il mezzo pubblico. Ahimè in questo tratto di strada gli investimenti di pedoni in fase di attraversamento anche cauto, sono all’ordine del giorno.

Avevo sperato molto nelle strisce illuminate varate alcuni anni fa dall’assessore Balleari. Ma oggi, non so come mai, queste illuminazioni non ci sono o sono smorte.

Un appello dunque: facciamo risplendere le strisce pedonali, illuminiamole a giorno, magari coloriamole di giallo, facciamole brillare in modo che nella notte magari piovosa, si vedano meglio. Questo poiché è logico che non si possano farcire la strada o i viali alberati di semafori più o meno intelligenti.

I dati nazionali sugli incidenti anche gravissimi a pedoni in città sono davvero impressionanti e se ne sono accorti anche i tg pubblici. A Genova, forse, il rischio aumenta proprio per la dimensione delle vie e i saliscendi.
E’ un problema che non va sottovalutato.