GENOVA - Per combattere l'afa e la moderna edilizia medievale che più che alberi sforna supermercati e cemento, i genovesi fuggono dalla città e riscoprono il mare al calare del sole, il classico bagno notturno sotto la luna, che sino a ieri era un diversivo che faceva tendenza e adesso invece per molti una necessità: la conferma dalle immagini scattate fra le 20,15 e le 21 nella spiaggia libera dei giardini di Quinto, una delle più frequentate del levante.
Anziani, famiglie, coppiette, compagnie di ragazzini con la radio "a palla", chi fa il bagno, chi semplicemente sta a mollo con il mare sino alla cintola chiacchierando, chi azzanna una pizza d'asporto (un classico che resiste), chi si gusta la cena "fai da te" portata da casa nella gamella. In fondo è la scoperta dell'acqua calda anche di notte che permette di sfuggire alla calura delle mura domestiche, soprattutto per chi non si può permettere l'aria condizionata o vive in case popolari costruite con poca attenzione alla qualità del materiale. Chi non ha un giardino degno di questo nome e qualche albero sotto casa. Tanti migranti fuggono da appartamenti che per necessità sono quasi dormitori. Non a caso molti dei bivacchi notturni sulle battigie sono composti da famiglie di stranieri, africani e asiatici che la loro fuga dall'afa e dai deserti che avanzano l'hanno già iniziata anni fa, spesso rischiando la vita sui barconi.
La riscoperta del mare di sera dei genovesi di prima e ultima generazione abbraccia tutto il litorale della Liguria, un'opportunità, un lusso, un'arma in più che può permettersi solo chi vive a due passi da una spiaggia, in fondo anche una rivincita di chi non perde l'occasione di sbeffeggiare gli odiati milanesi che invece questa opportunità non ce l'hanno, un "ciao Milano" molte volte abusato ma che ora, con un sorriso, appare più che mai giustificato.
L'alternativa al mare anti afa per i genovesi sono le colline, per fortuna anche quelle non lontane: i bivacchi notturni per sfuggire alla calura punteggiano anche il parco del Peralto a Righi e i monti Fasce e Moro.
Gite fuoriporta non per piacere ma per sopravvivere al drammatico cambiamento climatico confermato dagli scienziati e che solo il generale scribacchino può non vedere, nella speranza che anche chi amministra la città si accorga che gli ennesimi supermercati gettati a casaccio sulla città, dalla Rotonda di Carignano all'ex mercato del pesce, cemento nel cemento, non sono rigenerazione urbana ma occasioni che non si dovrebbero perdere quando la temperatura, come è accaduto ieri a Savona, dove il termometro per il grande caldo invece dei 35 gradi reali è andato in tilt, schizzando a 50 gradi. Più che un semplice guasto, un avvertimento, un monito.
IL COMMENTO
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