Sanità, ambiente, lavoro. Sono le tre parole d’ordine da cui il Pd deve ripartire, secondo il nuovo segretario regionale Davide Natale. Quando l’ho già sentita, questa? Ah, forse quando mi si spiegava che il partito ha bisogno di fare squadra e che deve tornare ad ascoltare i territori. E che palle, però! Dopo mesi durante i quali l’ex segretaria Valentina Ghio ha vanamente cercato un successore, perché le correnti non riuscivano a mettersi d’accordo, eccoci tornare alla casella di inizio. Sembra un infinito gioco dell’oca, nel quale l’unica certezza è la sconfitta elettorale del Pd.
Il nuovo capo dice che no, che la tendenza va scardinata e invertita. Dunque, vittoria alle amministrative del 2024 e poi alle regionali del 2025. Vorrei vedere che Natale dicesse qualcosa di diverso. Ovvio, normale, banale. Piuttosto, dovrebbe spiegarci come pensa di fare. E se si ricomincia dal programma, da sanità, ambiente e lavoro, tanti auguri.
Il problema è certamente il mio, però non capisco proprio. Mentre in Liguria si metteva su questo ennesimo spettacolo, a Roma una parlamentare del Pd si asteneva consentendo il ripristino dei vitalizi erogati prima del 2012, che invece erano stati tagliati (per gli eletti dopo quella data invece sono spariti). Sia chiaro: io sto con la certezza del diritto e dunque le norme retroattive, soprattutto in materia previdenziale e penale, proprio non mi piacciono. E’ una questione di salvaguardia, che altrimenti va a farsi benedire.
Ma il Pd, anche alle nostre latitudini, quanto ce lo ha menato con questa storia? Peccato che al momento buono si sia astenuto e quindi abbia consentito ciò che la gente vive come l’ennesimo schiaffo della “casta” mentre tutt’intorno imperversano le difficoltà. Ripeto: non sono d’accordo, ma questa è la situazione. Io starei anche con la patrimoniale e con un aumento delle tasse di successione, ma se andate a dirlo al cittadino vi infila due dita negli occhi. E siccome il Pd queste cose le ha perorate, perché si sorprende se poi le cose sono andate male?
Di più. Ora ci sono queste storie delle case da rendere energeticamente sostenibili e delle auto che devono diventare elettriche. Le questioni sono più complicate di come le presenta una certa narrazione del centrodestra, ma alla fine è vero che ogni famiglia, se i propositi europei non cambieranno, dovrà cacciare dei soldi per mettersi in regola. E’ questa la politica ambientale da cui vuole ripartire il nuovo segretario del Pd Natale? Non è che se arriva dall’Ue è un totem intoccabile. Come non lo è il santuario della Banca centrale europea. I tassi rialzano a raffica contro l’inflazione, però l’effetto collaterale è che i mutui a tasso variabile sono schizzati alle stelle, con aumenti del 65 per cento. Va tutto bene? Manco per niente, se almeno un milione di famiglie non riesce più a pagare. Però il Pd se la prende con il governo (avversario) che non apre un paracadute. E non dice nulla sul resto. Oh, ma le persone non sono mica sceme: sanno benissimo chi gli sta confezionando questo regalino.
In realtà a me è venuto in mente che il segretario dei “dem” in Liguria potrebbe farlo il mio amico e collega Mario Paternostro. Ho letto giornali e siti, ma è stato il solo ad aver avuto il coraggio di scrivere che come prima cosa al partito servirebbe un vero leader. E lo individua nel sindaco di Savona Marco Russo. Il quale ha fatto anche tanto bla bla, in politica sembra inevitabile, però ha saputo essere pure molto concreto. Sul terreno dei diritti, ad esempio, ha avallato in prima persona, togliendo dall’imbarazzo un funzionario del Comune, l’iscrizione di un bambino figlio di due donne. Mentre nei talk televisivi tanti facevano filosofia, lui è andato sul pratico. Perché stupirsi se poi fa incetta di voti?
Ecco, il Pd deve avere il fegato di farla finita con certi riti triti e ritriti. Ripartendo non dal programma, che sempre quello è, e vorrei pure vedere, ma da un proprio campione che sappia dettare la linea, scaldare gli animi, far sognare. A ben vedere, si tratta di tornare all’antico. Se a Claudio Burlando, dopo anni di silenzio politico, sono bastate un paio di sortite per tornare in auge, qualcosa vorrà pur dire. O no?
IL COMMENTO
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