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C'è l'abbacchio a scottadito della cucina romana, c'è l'agnello al forno pugliese, oppure di quello con piselli e uova della tradizione napoletana. E poi ancora le costolette d'agnello impanate al forno oppure fritte e l'agnello con i carciofi. A Genova e in tutta la Liguria ecco la coratella "bianco e nero" (giànco e néigro in dialetto): le frattaglie di agnello.
Regione che vai usanza che trovi anche per quanto riguarda uno dei piatti di Pasqua per eccellenza.
E anche quest'anno, puntuali ecco gli inviti degli animalisti: "Separati dalla madre a pochi giorni di vita, stipati in camion in condizioni terribili, gli agnelli affrontano lunghi viaggi della morte per arrivare ai macelli dove, terrorizzati dall'odore del sangue e dalle urla dei compagni, vengono immobilizzati e legati, appesi per le zampe anteriori e pesati, storditi con una scarica di corrente elettrica e sgozzati". 

Benché il dato sia in calo, sono ancora tanti gli ovini che ogni anno vengono macellati in prossimità della Pasqua: la cifra è superiore ai 2 milioni di individui secondo i dati Istat. 

Aldilà quindi della scelta strettamente personale di mangiare o meno carne animale, la questione della mattanza degli animali ci dovrebbe in qualche modo toccare. 

Il dibattito agnello si o agnello no prosegue da anni e anni. Ma chissà se continuerà in futuro considerato che ora si dibatte sulla carne sintetica, coltivata o artificiale che dir si voglia, un alimento creato grazie alla coltivazione in vitro di cellule staminali. È carne a tutti gli effetti ma non prevede l'allevamento di un intero animale e nemmeno di un processo di macellazione quindi risulta essere cruelty free, cioè ottenuta senza sofferenza animale. Da poche cellule e in poche settimane si puo' ottenere la stessa quantità di carne che altrimenti impiegherebbe almeno un anno e mezzo.

Il Governo proprio pochi giorni fa ha approvato in via definitiva  un disegno di legge che vieta la produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici: per ora è così, più avanti si vedrà.

Il consumo di carne, ormai è assodato, ha un impatto negativo sul clima e sul Pianeta che non possiamo ignorare. L’allevamento di animali destinati all’alimentazione fa crescere l’accumulo di gas serra nell’atmosfera e la crescente domanda di carne proveniente dai Paesi in via di sviluppo rischia di aumentare esponenzialmente questo fenomeno.
L'introduzione della carne sintetica potrebbe portare benefici in questo senso.
Ma attenzione: è altrettanto utile e necessario sostenere anche la sopravvivenza di migliaia di pastori. Già oggi è a rischio un mestiere ricco di tradizione molto duro che garantisce la salvaguardia di ben 38 razze a vantaggio della biodiversità e che si prende cura di circa 6 milioni di pecore da Nord a Sud della Penisola. 
Il settore delle carni genera in Italia un valore economico dell’ordine dei 30 miliardi di euro all’anno, rispetto ai circa 180 dell’intero settore alimentare e ai 1.500 del PIL nazionale. Facile immaginare cosa potrebbe accadere se dovesse fallire.

E allora come la mettiamo? Agnello sì o agnello no? E poi ancora carne sintetica si oppure no? Dubbi, perplessità e dibattiti infiniti ci accompagneranno ancora per tanti anni. Buona Pasqua intanto...