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Recito un mea culpa. Aveva ragione il sindaco Bucci. Corso Italia con la nuovissima pista ciclabile lato mare è bellissimo. Finalmente da chilometrico serpente stradale trasformato in un orrendo parcheggio di automobili è diventato un magnifico lungomare. Ora è una vera passeggiata panoramica. L’ho percorsa tutta una mattina della settimana appena chiusa, da buon pensionato. A piedi, incantato dalla ciclabile, devo dire poco frequentata perché giorno lavorativo. Scomparse le lamiere delle auto che facevano una barriera anti-estetica. Tutto il percorso stradale e soprattutto pedonale è ordinato. Sicuramente si lamenteranno coloro che posteggiavano lì. Immagino. Ma dal punto di vista estetico il risultato positivo è pieno.

Quando ho intervistato a giugno l’architetto Renzo Piano, ha puntato molto su questo “camminamento” che dovrà partire dal borgo di Boccadasse e arrivare fino al Porto Antico. Obbiettivo senza dubbio suggestivo. La ciclabile ha dato valore alla bellezza del lungomare di Genova che prima era solo un parcheggio.


Ora sarà il caso di recuperare qualche  metro di spiaggia pubblica, risistemare qualche tettoia fatiscente, mettere comode panchine. Poi attendiamo con ansia il superbo (nei disegni di Piano é davvero superbo) parco sul mare alla Foce e sotto un vasto parcheggio nascosto e utilissimo.

Da una parte dunque, la vittoria dei pedoni, dei bambini, delle famiglie, dei turisti in una parte di Genova che tutti ci invidiano e che rimedia dall’assenza nella nostra città (a parte Nervi) di un vero parco urbano. Ci sono giardinetti, ma parchi proprio no. Certo, per mancanza di spazi. Non siamo Torino che può anche utilizzare lo stupendo percorso del lungo Po.

Invece in centro è il caos. Le automobili hanno ormai conquistato tutto, anche i marciapiedi. Le auto in doppia fila sono un’abitudine ingolfante insieme all’esercito di furgoni che con il trionfo del commercio a domicilio si sono moltiplicati e hanno l’esigenza di fermarsi e scaricare in ogni ora del giorno e in ogni luogo.
Il disordine del centro di Genova è totale. Via Roma possiede ormai una sola corsia di marcia, quella che dovrebbe essere riservata ai bus e invece è giocoforza utilizzata dalle auto che trovano perennemente occupata l’altra corsia proprio da macchine e camioncini in sosta davanti ai negozi.

E l’area pedonale? Era solo una boutade da campagna elettorale? Anche la cosiddetta opposizione di Tursi ha perso voce e idee come quella nazionale? Dove sono finiti i discorsi sulla pedonalizzazione del triangolo nel cuore della città, Fontane Marose-XXV Aprile-Via Roma?

Bernhard Winkler l’architetto bavarese che aveva messo a piedi i genovesi con il superpiano del traffico che pedonalizzò niente di meno che piazza De Ferrari (un miracolo, un successo coraggioso anche del sindaco di allora Beppe Pericu attaccato da tutti e poi giustamente ringraziato) in un’intervista sul Decimonono quattro anni fa, aveva ribadito che le città si devono visitare a piedi e aveva sostenuto l’idea di corso Italia senza parcheggi, tutto passeggiata e ciclabile. “Io credo che la combinazione tra pedoni e ciclisti nello stesso spazio, se la passeggiata è larga abbastanza, sia la scelta preferibile. Ciclisti e pedoni non sono due categorie che vanno in contrasto, se lo spazio è abbastanza ampio. Lascerei ai pedoni la parte verso il mare, mentre le biciclette possono anche andare verso la strada basta che ci sia una separazione dalla corsia delle automobili”. Così aveva ribadito.
Quello che è stato fatto.

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