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Arriva da Roma la notizia che il 19 settembre il Comune della Capitale intitolerà una sua strada a Paolo Emilio Taviani, sicuramente il più illustre genovese del Dopoguerra con Sandro Pertini. Lo fa con una cerimonia un po' inaspettata, che avviene con inviti ufficiali, a 21 anni dalla morte del senatore a vita, deputato, senatore, ministro per quasi trent'anni, fondatore della Dc, grande studioso di Cristoforo Colombo. E' una notizia a sorpresa che suscita due commenti.

Il primo è un paragone toponomastico con la madrepatria Genova, che Taviani liberò dai nazifascisti in quello storico 25 aprile del suo annuncio dalla radio di Granarolo e poi per essa lavorò tutta la vita con la sua statura di costituente, leader di una grande epoca di ricostruzione dell'Italia. E al quale la sua città dedicò, con gran fatica, solo qualche anno fa un piccolo slarghetto davanti al Museo del Mare, che pochi conosco e solo dopo specifiche indicazioni.

Il secondo commento è ispirato dal tempo che stiamo vivendo, dalla folle campagna elettorale di questa estate, dalle liste che si stanno preparando per chi si candida o si ricandida al Parlamento, nella corsa a farsi “nominare” (o “rinominare”) per aspirare a un seggio nella Camera o al Senato, ristretti dalla riforma.

Intanto allora, ai tempi di Taviani, nel cuore della “famigerata” Prima Repubblica, nessuno nominava nessuno, si sfidava l'elettorato a viso aperto a caccia di preferenze. Certo, ognuno aveva i propri mezzi, le proprie capacità, i propri “sostegni” e sappiamo anche dove portò, alla lunga, quel sistema. Alla deflagrazione dei partiti, alle leggi sul loro finanziamento, allo scandalo che partì proprio da Genova con la prima inchiesta dei giudici genovesi. Altri tempi, altra politica.....

Ma uno come Paolo Emilio Taviani, poteva rivendicare di fronte a quelle campagne così diverse i risultati del suo lavoro da parlamentare, da ministro in favore di Genova e della Liguria, dentro a governi che magari erano sempre colorati Dc (che allora voleva dire il Centro del Centro altro che i “centrini” divisivi di oggi) e che poggiavano su alleanze vere, non sulle risse da tweet e web e talk show di oggi.

E che risultati! Mi sembra di averlo già ricordato, ma lo ripeto oggi mentre infuria la campagna rovente del 2022, rileggendo il suo libro postumo “Politica a memoria d'uomo”. A chi gli chiedeva, oramai senatore a vita, cosa aveva fatto di bene per la sua terra, il PET (così era soprannominato) rispondeva. “Tra il 1946 e il 1980 promossi la costruzione in Liguria di oltre 150 strade utilizzando la legge sulle aree depresse per le zone interne e dove con questa legge non si poteva operare, attingendo ai fondi Anas“.

“Come ministro della Difesa ho ceduto alla provincia di Imperia tutte le strade militari delle Alpi marittime al prezzo di cento lire al chilometro...Il 31 dicembre 1953 ho fatto passare il disegno di legge per la costruzione dell'aeroporto di Genova...Del sistema stradale mi occupai fino al 1980 e posso vantarmi di avere fatto costruire una cifra di chilometri superiori a quello delle strade costruite dall'inizio del secolo al 1946. Se non fossi stato ministro del Tesoro non si sarebbero realizzate la Savona-Ventimiglia, né la Sestri Levante- Livorno. Lo svincolo di Chiavari e quello di Genova Est costarono di più di qualche intera autostrada.  Feci erogare due miliardi di allora per corso Europa. Il raddoppio della rete ferroviaria ligure è stato lento,, tuttavia può dirsi compiuto( ndr meno quel pezzo maledetto che tutte le generazioni successiva, tra Andora e Finale Ligure, non sono state capaci di realizzare). Ho dato il via alla Sopraelevata.....Negli anni Settanta da ministro dell'Interno, a compenso del trasferimento della sede Italcantieri a Trieste ho ottenuto la costruzione della Voltri-Alessandria e del tunnel dell'Alta Fontanabuona... Infine la trasformazione  di Genova tra il 1990 e il 1993, i mille e quarantasette miliardi hanno trasformato la città...”.

Taviani era unico e il suo potere imparagonabile a quello dei suoi successori di ogni partito e coalizione nei tempi e nei sistemi politici ed elettorali successivi fino ad oggi. Ma tra quelli che oggi chiedono  di essere nominati e rieletti o semplicemente scelti dai vari politbureau chi può vantare un risultato non dico simile, ma parimenti concreto almeno nello spirito? In fondo ci basterebbe chi riesca a far firmare il via alla Gronda, atteso da lustri. Suvvia, una firmetta!!!

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