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Negli oceani vengono scaricati ogni anno almeno 8 milioni di tonnellate di plastica
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GENOVA-"Non se ne parla quasi mai, mentre si parla spesso di quello che vediamo, le plastiche, ma molte sostanze presenti ad oggi nei mari sono pericolose per l'ecosistema e per l'uomo". È questo l'allarme lanciato da Alberto Di Natale, biologo marino genovese che durante il primo workshop di "Genova Process" ha fatto parte del collegio di esperti che si sono ritrovati nel capoluogo ligure per stilare una lista di principi che potrebbero diventare la nuova Dichiarazione dei diritti dell'Oceano (LEGGI QUI).

"L'oceano non è in un buono stato - ha continuato Di Natale. Per oltre un centinaio di anni l'uomo ha scaricato nei mari tutta una quantità di sostante senza rendersi conto di quello che stava facendo e ora, abbiamo delle sostanze che non vediamo, sostanze contaminanti che rimarranno da quì fino all'eternità nelle acque. Non si conosce il tempo di degradazione di questi materiali che sono estremamente pericolosi. Ci sono sostanze come i radionuclidi, che sono sostanze praticamente radioattive, che vanno poi a contaminare tutta la catena alimentare. Tante volte noi siamo l'anello finale delle catene e le accumuliamo".

Un problema che si può notare anche in Liguria, quando nel 2021 i campioni dell'acqua di mare raccolti agli inizi di giugno dai volontari di Goletta Verde, storica campagna di Legambiente, avevano dato risultati negativi, con quattro punti che superavano i limiti di legge per l'inquinamento su un totale di 23.

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Dalla Spezia a Imperia, sono tantissimi i gruppi e le associazioni che si incontrano periodicamente per ripulire le spiagge, dove le persone, purtroppo, lasciano spesso spazzatura che poi, inesorabilmente, finisce in mare. "Anche la situazione plastica è grave, attualmente, secondo gli ultimi dati, 8milioni di tonnellate l'anno viene scaricata nei nostri oceani, quantità gigantesca che si aggiunge a quello già buttato. Le plastiche poi hanno una vita negli oceani, galleggiano, affondano e si decompongono in microplastiche e nano plastiche". Alla base il rispetto degli oceani e dei mari e la conoscenza, continua Di Natale: "Abbiamo una serie di problemi: la cosa essenziale, ora come ora, è la conoscenza. Sono problemi di cui non si conosce abbastanza".

 

 

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