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A volte si deve dire no!
3 minuti e 23 secondi di lettura
di Maurizio Rossi

Dopo aver rivisto on demand sul sito di Primocanale l'assemblea pubblica sull'inizio dei lavori in via Brigate Partigiane esprimo la mia enorme preoccupazione su tutta l’opera ma in particolare sui problemi che il cantiere zero in viale Brigate Partigiane / corso Aurelio Saffi può creare per anni ed anni a tutta l’area dalla Foce a Brignole con riflessi di blocco del traffico in tutte le zone limitrofe e danni economici incalcolabili.

Io, e non solo io, non abbiamo capito molte cose da quella assemblea “blitz” presso l’Automobile Club di Genova dove hanno partecipato Autostrade, che non ha chiarito nulla, ad esempio di che procedure di gara intende fare per il bando per la costruzione del tunnel; il Comune, che ci sembrava del tutto impreparato a illustrare il progetto, anche se l’assessore Coppola ha detto che in quel contesto si doveva parlare del problema dei giardini Coco a seguito del cantiere. Ma come, pensiamo ai giardini e non al disastro verso il quale si sta andando incontro?

Lo studio Piano, a cui chiediamo di chiarire molti aspetti, ad esempio se la modifica del progetto è passata al Consiglio superiore della magistratura e se sia approvato di modificare il tracciato originario e di modificare lo svincolo delle Casaccie. E il calcolo dei flussi del traffico chi lo racconta bene ai cittadini? Come si immetteranno le macchine dal tunnel in viale Brigate Partigiane verso la Fiera e verso Brignole? E siamo certi che l’uscita lì non creerà un traffico abnorme e code inenarrabili, che già spesso ci sono, e che magari faranno stare in galleria le macchine che non riusciranno a uscire per difficoltà di immissione in viale Brigate Partigiane?

Ma al di là del dopo, quando magari si arriverà alla fine, perché aprire ora un cantiere zero con tutte le incertezze che ci sono? Un cantiere che potrebbe essere aperto forse fra anni, quando si saprà se ci saranno veramente le possibilità di fare l’operazione o meno? Intanto devastiamo la Foce, devastiamo l’Aci, il distributore, espropriamo le attività commerciali per cosa?

Troppi dubbi, troppe domande senza risposta, poca trasparenza verso i cittadini — e gli abitanti e i commercianti di quella zona sanno verso che problemi vanno incontro?

Noi diciamo no all’apertura di qualsiasi cantiere in quella zona sino a che non sono chiariti in modo certo e inequivocabile tutti gli altri temi necessari per prendere una decisione; e poi si parlerà di come avere il minimo tempo di occupazione e di disagi per tutta la zona. Vorrei ricordare i cantieri in galleria da noi, che tempi hanno:

La Gronda di Genova: 200 milioni di cantiere zero per non fare la Gronda e avere tutto bloccato.

Metropolitana: qualche km in 30 anni e siamo sempre fermi.

Terzo Valico: si scava a mano perché abbiamo le rocce più resistenti del mondo.

E dovrei accettare di vedere una micro assemblea all’Aci dove vengono dette cose incomprensibili per dire di sì a un cantiere zero che rischia di distruggere un’area determinante come la Foce, e tenermi lì un cantiere per 10 anni o per sempre se poi non si farà il tunnel?

Io dico no al cantiere alla Foce del tunnel subportuale e forse dico anche no al tunnel — ma questo me lo riservo per dopo, quando capirò tutto quello che non ci viene spiegato.

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E ricordiamo sempre che quest’opera, dal valore di oltre 1 miliardo di euro (ad oggi, ma chissà a che importo arriveranno se mai si farà), è il ristoro a noi genovesi per i danni subiti per il crollo del ponte Morandi. Non sarebbe meglio 1 miliardo alla città per mettere a posto tanti mille problemi, a partire da Amt, rifacimento ponti e impalcati a rischio, ecc.? 

Apriamo il dibattito: noi faremo diverse interviste alle persone, agli abitanti della Foce e ai negozianti.
Voi diteci la vostra posizione a o commentando i nostri canali social.

*Editore di Primocanale, e senatore della XVII legislatura 

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