
La prima tartaruga in Liguria ad avere un gps
L’esemplare – un adulto di 60 cm di lunghezza, 55cm di larghezza e 30 kg di peso – è il primo curato presso il centro di recupero dell’Acquario di Genova e rilasciato nel Mar Ligure dotato di tag fornito dal Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa.
L’operazione è stata possibile grazie alla collaborazione dell’Università di Pisa e al sostegno della Fondazione CIMA.
Il tag fornisce informazioni sullo spostamento orizzontale, sul comportamento in immersione e sulla temperatura, dati che l’Università di Pisa analizzerà e che Fondazione CIMA utilizza per migliorare i modelli di posizionamento degli animali.
Cosa fare in caso di avvistamenti di tartarughe
Si ricorda che chiunque avvisti un esemplare in stato di difficoltà deve allertare immediatamente la Guardia Costiera – chiamando il numero 1530 o il 112 – che a sua volta contatta immediatamente gli esperti dell’Acquario di Genova, i quali valutano il caso e la necessità effettiva di intervento e danno indicazioni su come operare. Nessuno è autorizzato a recuperare di propria iniziativa (anche se a fin di bene) le tartarughe prima di avere il nulla osta dalla Guardia Costiera. Si ricorda che la cattura delle tartarughe è vietata dalla legge, in quanto specie protetta dalla Convenzione CITES.
Le principali cause di ricovero delle tartarughe
Diverse sono le cause che portano al ricovero degli animali. Tra le principali: interferenze con le attività di pesca, reti fantasma in cui rimangono imprigionate, ami di palamiti nella cavità boccale o nel tratto digerente, reti a strascico e da posta, ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili; impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo, a volte letali; patologie debilitanti che provocano lo spiaggiamento dell’animale; sversamenti o presenza di petrolio.
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IL COMMENTO
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