Attualità

Torna alla homepage
Giorgio Baruchello racconta le profonde differenze tra i due paesi, soprattutto nel bilanciamento tra vita privata e professionale
3 minuti e 27 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

"Qui in Islanda non esiste la cultura del lavoro oltre l’orario per fare carriera, qui si lavora per vivere, non si vive per lavorare, per esempio è normale alle 4 del pomeriggio andare a prendere i figli a scuola, senza che nessuno si lamenti e senza che il capo si aspetti che tu rimanga lì e faccia due o tre ore di lavoro non pagato. Quella è una cosa che ci aveva colpito e che fa parte della cultura locale". Così il genovese Giorgio Baruchello, durante una nuova puntata della rubrica 'Finestra sul mondo' dedicata ai liguri all'estero in onda dal martedì al venerdì alle 13.00, sintetizza perché ha scelto di vivere in Islanda: trasferirsi è stata una scelta nata da motivi professionali ma anche da un’esigenza profonda di qualità della vita, lontana dal ritmo frenetico, dal rumore e dalla pressione tipici delle grandi città. Ad Akureyri, in una comunità piccola e tranquilla del nord islandese, "la vita scorre lenta, senza il peso dello stress metropolitano e con servizi pubblici e un welfare che mettono davvero al centro la persona e la famiglia".

Nel 2003 l'offerta di aprire una facoltà di giurisprudenza

Il primo contatto di Baruchello con l’Islanda risale al 1995, durante un’esperienza Erasmus: "Ero il secondo studente Erasmus che si recava in Islanda nella storia dell’Università di Genova, la scelta di questa destinazione poco comune all’epoca fu motivata dalla possibilità di seguire corsi in inglese, dato che le borse europee erano per lo più orientate verso paesi di lingua tedesca, spagnola o francese. Poi nel 2003 ricevetti un’offerta di lavoro per tirare su una facoltà di giurisprudenza e scienze sociali, nuova, dal nulla, e ci venni insieme a mia moglie che è una giurista e siamo rimasti qui".

"Vita tranquilla senza criminalità"

A proposito della vita islandese oggi, Baruchello sottolinea la serenità e la sicurezza della comunità: "Si vive bene soprattutto qui nel nord dell’isola, è una comunità piccola, tranquilla, serena, senza crimine, senza inquinamento e senza soprattutto il frastuono e l’ansia che caratterizza i grossi centri metropolitani".

Rispetto all’Italia, la qualità della vita è considerata superiore anche per i servizi pubblici: "Per quel che riguarda la quotidianità, dei servizi come le scuole per i bambini, la sanità pubblica eccetera, è un paese più vicino alla Scandinavia che all’Italia, questa differenza si riflette nello stile di vita e nelle priorità quotidiane".

L’università e la società islandese mostrano anche differenze culturali negli studenti e nelle famiglie. "Gli studenti islandesi sono generalmente più adulti rispetto all’Italia, perché molti finiscono le scuole superiori, vanno a lavorare per un po’, avendo una disoccupazione davvero bassa, e poi tornano all’università più grandi e maturi".

Giorgio Baruchello

"Piscine sono luogo di aggregazione come le piazze italiane"

Barucchello vive ad Akureyri, una città di circa 20.000 abitanti situata nel nord: "La differenza più grossa è la tranquillità, la serenità del vivere quotidiano, la socializzazione avviene spesso nelle piscine termali locali, che sono una sorta di piazza al chiuso dove ci si rilassa e si parla".

Parlando di clima Baruchello scherza: "Ai miei amici italiani dico sempre che è meglio di Voghera spiegando che gli inverni islandesi non sono così rigidi come si pensa, con temperature medie invernali intorno ai –2, –3 gradi. Ho vissuto anche in Canada, dove l’inverno è molto più duro".

Famiglia, cucina, Genoa e la storia dei palazzi le cose che mancano di più

Tra le cose che gli mancavano di più c’è la famiglia rimasta in Liguria: "Ho ancora famiglia in Liguria, mio fratello, i miei genitori, i Baruchello della Liguria, sono un gruppo piuttosto ridotto e naturalmente, la cucina italiana e andare allo stadio a vedere il mio Genoa".

"Crescendo in una città come Genova si dà per scontato che ci siano certi palazzi e un certo arredo urbano, tornando dall’estero si vede quanto sia bella la nostra città, quante meraviglie architettoniche e storiche ci siano, le pietre del centro storico che raccontano secoli di storia".

Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsAppFacebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook

 

ARTICOLI CORRELATI

Venerdì 19 Settembre 2025

La storia di Giorgia: "Cresciuta in giro per il mondo ma il mio porto sicuro è la Rapallo dei nonni"

La giovane vive a Sydney in Australia, la mamma è ligure
Giovedì 18 Settembre 2025

La genovese a Santos (Brasile): "Città gemellata con Genova, in molti vogliono imparare l'italiano"

https://www.youtube.com/embed/PwisdrYnR5A?si=koZ88y8gb2XMRble