
Music for Peace scende in campo, ancora una volta, per Gaza. L'associazione accoglie, divulga e partecipa alla chiamata di "Ultimo Grido per Gaza". L’ong invita cittadini, associazioni e istituzioni a partecipare al “presidio per pace e giustizia” in risposta all’appello lanciato da “Ultimo Grido per Gaza” per esprimere dissenso, dolore e rifiuto alla deumanizzazione nelle ore in cui migliaia di persone, nella striscia di Gaza, stanno morendo di fame in conseguenza degli attacchi di Israele.
L'appuntamento
L’appuntamento è per questa domenica 27 luglio alle 21 presso la sede di Music for Peace in via Balleydier 60. Alle 22 inizierà l’azione pubblica. “Portate fischietti, tamburi, sirene, strumenti sonori e una candela da lasciare accesa per strada: l’obiettivo è spezzare il silenzio collettivo e amplificare il messaggio di pace”, dicono gli organizzatori.
Il testo dell’appello “Ultimo grido per Gaza”
"Gaza muore di fame: il genocidio entra nella fase finale, e Israele prepara così una terra finalmente davvero senza popolo. Affamando, assetando, bombardando.
A Gaza suonano le sirene delle ambulanze, che danno voce ai condannati a morte per fame e bombe. Quelle sirene dicono al mondo che non c’è più tempo.
Non possono fare altro, a Gaza: perché i governi del cosiddetto “mondo libero” stanno con Israele. Con il carnefice, non con la vittima. Anche il nostro governo continua a sostenere Israele: impedendo la sospensione dell’accordo con l’Unione europea; continuando a vendergli armi; coprendolo in ogni modo. Il nostro governo ha le mani sporche di sangue.
Ebbene, noi vogliamo rompere questo mostruoso muro di silenzio.
Vogliamo fracassarlo, e liberare la verità.
Vogliamo disertare questo silenzio di morte.
Vogliamo unire le nostre sirene e le nostre campane alle sirene delle ambulanze di Gaza.
Domenica 27 luglio, alle 22, facciamo suonare a distesa le campane dei palazzi comunali, quelle delle chiese, e ogni sirena possibile: ambulanze, navi, barche, porti. Suoniamo ogni fischietto, battiamo le pentole. Facciamo più rumore, più chiasso, più fracasso possibile. Facciamolo insieme: nelle piazze e sulle spiagge. Facciamolo sui balconi e alle finestre. Facciamolo sui social. Facciamolo dappertutto.
Che ci sentano fino a Gaza: perché sappiano di non essere soli. Che ci sentano nei palazzi del potere italiano: perché lì sappiano, invece, che sono soli; e che la verità ha il potere di fracassare il silenzio dei complici e dei vili.
Ci sentiamo impotenti di fronte all’enormità di quel grande campo di concentramento in cui Israele ha trasformato Gaza.
Lo saremo davvero solo se rimarremo muti di fronte allo scandalo della fame usata come arma di sterminio di massa: ma noi, il popolo dei sudari, delle luci, delle sanzioni popolari, non ci fermiamo.
Non rimarremo in silenzio, mentre la gente di Gaza viene sterminata".
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IL COMMENTO
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