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L'assessore regionale Ripamonti: "Puntiamo su energia rinnovabile. Nucleare? Noi come Liguria ci siamo e mettiamo in campo tutto quello che possiamo"
2 minuti e 36 secondi di lettura
di Andrea Popolano

Uno dei problemi legati alla risoluzione dei problemi che vive l'area di crisi industriale complessa del savonese riguarda l'energia. I diversi sbalzi legati al costo non aiutano a invogliare le imprese a investire in questo vasto territorio della provincia di Savona che comprende circa 130 mila persone che abitano in 21 Comuni: Altare, Bardineto, Bormida, Cairo Montenotte, Calizzano, Carcare, Cengio, Cosseria, Dego, Giusvalla, Mallare, Millesimo, Murialdo, Osiglia, Pallare, Piana Crixia, Plodio, Roccavignale, Vado Ligure, Quiliano, Villanova d'Albenga. 

Il consigliere delegato allo Sviluppo economico di Regione Liguria Alessio Piana spiega che in quelle aree si fa "un po' più di fatica a trovare soggetti che vogliano insediarsi". Nel tempo gli investimenti non sono mancati così come i bandi per favorire la presenza di nuove realtà. Si parla di circa 100 milioni messi in campo. "Parliamo della miglior area di crisi complessa del Paese - spiega l'assessore regionale Paolo Ripamonti che tra le sue deleghe ha tra le altre quella all'Energia e alla gestione delle aree di crisi complessa". A preoccupare è tra le altre cose il costo dell'energia. Secondo le analisi di Unioncamere in Liguria nel 2025 il costo dell'energia subirà un aumento per le imprese di 251 milioni di euro con un +19,2% rispetto all'anno scorso. 

La questione energetica e il nucleare

"Fino a quando i flussi energetici non sono garantiti per questioni di instabilità con forti sbalzi che fanno aumentare i prezzi ci sarà un generale scoraggiamento a investire" spiega ancora l'assessore Ripamonti. La soluzione è ricercata dalle istituzioni nell'aumento della produzione di energie rinnovabili, dove però la Liguria risulta essere ancora indietro, e poi lo sguardo si sofferma sul percorso che sta facendo l'Italia per arrivare a produrre energia dal nucleare di terza e quarta generazione. E allora l'area potrebbe anche essere un polo centrale per arrivare un domani alla produzione di energia nucleare? "La Liguria si è candidata ad avere l'agenzia nazionale per l'energia nucleare - precisa ancora l'assessore regionale all'Energia -, abbiamo l'Ansaldo e in generale abbiamo una grande conoscenza e competenza in questo settore. Riteniamo che gli studi che si stanno facendo, i convegni e le discussioni ci dicono che stiamo andando in quella direzione. Noi come Liguria ci siamo e mettiamo in campo tutto quello che possiamo". Oggi però i tempi per il nucleare sono ancora lunghi, si parla almeno del 2035 per i prototipi più consolidati di quarta generazione più il tempo per vederli all'opera. Tempi più brevi per il nucleare di terza generazione avanzata.

I problemi infrastrutturali

L'area di crisi industriale complessa del savonese deve poi affrontare anche un problema legato alle infrastrutture e i collegamenti. Da anni si parla della realizzazione del raccordo autostradale Albenga-Carcare-Predosa ma i progetti sono stati messi in un cassetto, non sembra infatti essere tra le priorità messe nella lista dal Governo. Da tempo però dalla Val Bormida e dal mondo degli autotrasporti c'è la spinta per la realizzazione dell'opera che consentirebbe di bypassare parte della A10 per chi dal Nord è diretto verso il Ponente della Liguria, la Francia e viceversa. 

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