Nuovo capitolo della nostra inchiesta sull’overtourism a Portofino. Oggi sentiamo Franco Gimelli, storico pescatore (ex, da pochi giorni per l’esattezza) e residente, uno dei pochissimi tra i circa 150 stabili, che si confondono che i fiumi di turisti che parlano lingue di tutto il mondo.
"Proibire alla gente di venire non si può"
“Proibire alla gente di venire non si può, oppure uno mette, come fanno in certi posti, 50 euro da pagare a testa per venire, ma mi sembra che se uno facesse una decisione del genere ci saltano a doso tutti”.
"Bisognerebbe ridistribuire le crociere"
Lei un'idea ce l'avrebbe per il weekend?
“Mettersi d'accordo per far venire le navi da crociera magari un giorno in più durante la settimana, perché nei weekend arriva già tanta gente, però ripeto è impossibile, non ci sono soluzioni, uno dice una cosa l'altro ne dice un'altra. A Portofino una volta si sentiva parlare inglese, francese e tedesco, basta, adesso c'è della gente da tutto il mondo proprio, da ogni angolo. Siamo 8 miliardi, le persone vedono le pubblicità, poi vedono gli attori, le attrici queste a Portofino, la gente cosa fa? Viene a vedere".
C'è un turismo di serie A e di serie B?
Ma c'è un turismo secondo lei di serie A e uno di serie B, cioè quelli ricchi ricchi che spendono nei ristoranti e vanno nelle boutique invece quelli che si vengono a fare il loro giretto in traghetto?
"Come da tutte le parti, qui ci sono negozi che vendono all'elite e ci sono negozi che vendono all'altra fetta di gente. Gli equilibri sono quelli".
E voi che ci vivete quanti siete alla fine durante tutto l'anno?
"Saremo 150".
"Ma vi sentite schiacciati oppure ormai vi siete abituati?
"Ci siamo abituati, una volta era diverso, veramente diverso, adesso è così perché il mondo va così.
Ma non vi dà fastidio il turismo?
"A me personalmente non mi danno fastidio, anzi… È un paese che vive sul turismo quindi bisogna accettarlo".

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IL COMMENTO
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