
Una spalla su cui piangere, un "genitore" per chi non ce lo ha e, soprattutto, un aiuto concreto. Un mentore per i ragazzi che arrivano in Italia soli, senza appoggi, spesso senza nemmeno sapere la lingua. Oggi è partito il nuovo corso di "mentoring", una due giorni per dodici cittadini organizzata da Defense for Children con il suo programma di formazione gratuito rivolto a cittadini pronti a mettersi in gioco. Il primo passo per essere poi 'accoppiati' a un giovane in difficoltà, così da aiutarlo nella transizione verso la maggiore età.
La testimonianza di Annalisa, mentore da due anni
Da lì inizierà un percorso di un anno dove mentore e ragazzo dovranno vedersi almeno una volta alla settimana: delle 63 relazioni nate dal 2019 a questa parte, 12 sono ancora in corso mentre le altre, nonostante il progetto sia concluso, continuano a sentirsi e vedersi. Un modo per raggiungere l'autonomia e, nel mentre, trovare un amico per tutta la vita. Lo racconta a Primocanale Annalisa Svaluto Ferro, mentore ormai da due anni e con due relazioni alle spalle: "Questi ragazzi che arrivano, che lasciano la famiglia e fanno viaggi lunghi crescono molto in fretta, da fuori sembrano grandi, duri e invece hanno bisogno di una casa dove poter andare ogni tanto e trovar pronto, qualcuno che li ascolti, che gli insegni la lingua".
Uno dei ragazzi aiutati da Annalisa arriva dal Gambia, che ha lasciato per cercare nuove occasioni e visitare il mondo. "L'ho fatto anche io da ragazza e mi sembra una cosa bellissima. Adesso è grande, lavora coma aiuto cuoco in un ristorante del centro e sono parla benissimo italiano". Il secondo giovane a cui Annalisa fa da mentore, invece, ha lasciato la Somalia a 15 anni a causa della guerra. "Non si è guardato indietro. Se può manda qualcosa alla madre e ai suoi fratelli, ora sta facendo la terza media e lavora in un centro sportivo".
Lo slogan del progetto: "Con il mentore è tutta un'altra storia"
"Con il mentore è tutta un'altra storia" è lo slogan del progetto che, nato nel 2019 a Genova, adesso sta raggiungendo anche altre città. La presenza di un mentore ha cambiato il destino di molti ragazzi, racconta il direttore di Defense for Children Pippo Costella, ma anche degli stessi cittadini che, nel giro di poco, diventano cittadini del mondo. "Avere una persona che dà una mano anche su questioni molto semplici oppure questioni strutturali come il lavoro, la ricerca di una casa, situazioni e circostanze che servono davvero per chiunque a realizzare un percorso di transizione alla maggior età, per questi ragazzi è fondamentale, cambia il loro destino - continua Costella -. Cambia però anche il destino del mentore: abbiamo tantissimi mentori che attraverso queste relazioni hanno aperto una finestra sul mondo che prima era chiusa, ci sono persone che hanno acquisito una cittadinanza globale".
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