La celebrazione della messa Il “popolo” di Sant’Egidio per la celebrazione e la festa: gente di ogni età insieme ad anziani in difficoltà, senza dimora, persone con disabilità, rifugiati venuti con i corridoi umanitari e rappresentanti delle istituzioni, tra cui vicesindaco Piciocchi, la deputata Ilaria Cavo e la candidata sindaco per il centrosinistra Silvia Salis.
La messa celebrata dall'arcivescovo Tasca
Nella sua omelia l’arcivescovo di Genova Marco Tasca, commentando le letture della liturgia, ha citato le parole di papa Francesco e ricordando il lavoro per la pace di Sant'Egidio ha affermato: “In un mondo violento, le parole non sono mai soltanto parole: sono fatti che costruiscono gli ambienti umani. Possono collegare o dividere, servire la verità o servirsene: per essere uomini di pace bisogna disarmare le parole per disarmare le menti”.
Il responsabile di Sant’Egidio a Genova, Andrea Chiappori, nel suo saluto al termine della liturgia, ha voluto ricordare che Sant’Egidio “cerca di essere libera dalla contrapposizione ed estranea alla cultura del nemico. Questo ci ha permesso di liberare risorse ed energie, e ci ha fatto riscoprire la forza e l'importanza dei legami per ricostruire un destino comune da cui nessuno si senta escluso”.
Il "popolo di San'Egidio"
La basilica si è riempita di folla sin dal primo pomeriggio con il "popolo di Sant’Egidio", gente di ogni età, proveniente da tutti i quartieri di Genova, insieme ai poveri che ne fanno parte, a tanti amici che ne accompagnano il cammino, rappresentanti delle istituzioni (presenti tra gli altri il candidato sindaco per il centrodestra e vicesindaco facente funzioni Pietro Piciocchi e la candidata sindaca per il centrosinistra Silvia Salis), delle Chiese cristiane e delle altre religioni presenti in città.
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