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Presentata la quinta edizione del volume, strumento che da Ponente a Levante raccoglie i ristoranti maggiormente rappresentativi della buona cucina ligure in tutte le sue espressioni, dai locali di fine dining alle osterie
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GENOVA - "La cucina ligure sta facendo passi da gigante, oggi è riconosciuta a livello internazionale, tempo fa veniva invece solo calcolata come una sorella povera con ricette come quella del cappon magro. Cosa serve fare? Tanta tanta promozione e informazione" così Mario Cucci, ideatore del progetto Tavoledoc Liguria giunto alla quinta edizione. Il volume è uno strumento che da Ponente a Levante raccoglie i ristoranti maggiormente rappresentativi della buona cucina ligure in tutte le sue espressioni, dai locali di fine dining alle osterie.

I piatti tipici della cultura culinaria ligure acquistano sempre più notorietà. Non solo la foccaccia e le trofie al pesto: la tradizione offre numerose possibilità: dal coniglio alla ligure ai pansoti passando per la panissa, la farinata di ceci, i testaroli, la buridda ligure, brandacujùn, i muscoli ripieni alla spezzina, le acciughe ripiene, il polpettone alla ligure e molte altre.

"Il principio che anima Tavoledoc, infatti, è il non voler costituire una mera classificazione: l’essere esente da giudizi o punteggi rende possibile la fotografia del ricco patrimonio gastronomico del territorio. L’obiettivo del 2024 era di arrivare alla cifra tonda di 60 aderenti: più che raggiunto perché da 54, i ristoranti nella nuova edizione saranno 61. Per tutti un servizio fotografico ad hoc, una scheda descrittiva, una ricetta signature e il rispettivo abbinamento" spiega Cucci.

Un settore in costante crescita nei numeri e una cultura sempre più apprezzata dai turisti. Barbara Banchero, ceo di Cna spiega: "L'obiettivo è valorizzare il ristoratore che usa i prodotti del territorio e in generale tutti gli imprenditori che portano avanti idee legate del territorio. Il rischio in questo settore è che si segua la moda invece di mantenere e portare avanti la propria identità territoriale cercando sempre di mantenere uno sguardo proiettato al futuro".

Proprio perché rappresenta le eccellenze della Liguria, TavoleDOC ha ricevuto il patrocinio della Regione nelle sue precedenti edizioni, riconfermandolo anche per questa quinta: il supporto delle istituzioni risulta fondamentale per unire delle realtà anche geograficamente distanti tra loro. Al volume contribuisce la CNA, proprio in virtù della valorizzazione delle imprese del territorio. Cucina e gastronomia, ma anche vino: essenziali per consolidare il legame tra produttori vitivinicoli e ristoratori, le etichette in abbinamento alle ricette di ciascuno chef. Da quest’anno saranno presenti per tutti i piatti, suggellando sempre più una rete che intesse stretti rapporti di cooperazione.

Ma non solo, per celebrare i traguardi la presentazione si sposterà in una location che rispecchia i grandi risultati del 2024, la Sala delle Grida: all’interno della conferenza troveranno spazio i rappresentanti delle istituzioni, i ristoratori, tra cui i 13 nuovi aderenti, e i produttori. Seguirà un momento di convivialità per festeggiare la nuova uscita. Una tappa che apre ai prossimi orizzonti che per il 2025 si pregustano già irresistibili: dopo questa quinta edizione e la prima dedicata al Veneto, TavoleDOC porta avanti la sua missione e si fa sempre più portavoce indiscussa delle vere cucine regionali.

Ideato ed edito da Multiverso, il progetto di TavoleDOC è l’idea che ciò che rende grande la cucina italiana sia la particolarità di ciascuna delle sue cucine regionali. Si realizza nella quinta edizione ligure, che riunisce da Ponente a Levante le migliori realtà dell’enogastronomia autoctona, e nella prima del Veneto. Ogni volume traccia un viaggio tra eccellenze culinarie, etichette vinicole di pregio e materie prime del territorio: un patrimonio culturale da far conoscere e valorizzare in tutte le sue unicità. Oltre ai prodotti editoriali, TavoleDOC è promotore di diverse attività di collaborazione tra i ristoranti aderenti, con produttori e cantine: perché niente è più forte di una buona rete tra le eccellenze, di ciascuna regione.

 

 

 

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