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La tesi dei consulenti di Spea che hanno concluso la loro deposizione la scorsa settimana è stata quella che a provocare il crollo è stato un difetto di costruzione sulla pila 9 avvenuto nel 1966, mai rivelato dai costruttori e impossibile da diagnosticare
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GENOVA - Dopo la fase tecnica in cui hanno parlato i consulenti della società di ingegneria Spea al processo sul crollo del viadotto Morandi che il 14 agosto del 2018 ha provocato la morte di 43 persone e per cui ci sono alla sbarre 58 persone oggi ha preso il via l'audizione dei consulenti di Autostrade per l'Italia che parleranno per dieci udienze, ossia sino al 17 giugno.

Alla base della loro linea difensiva ci sarebbe il vizio occulto del ponte Morandi. Una spiegazione che però, secondo la presidente del Comitato ricordo vittime ponte Morandi Egle Possetti, non regge: "In questo momento, come in altri momenti del processo, sembra di vedere un po' Spiderman, l'arrampicata sugli specchi con le ragnatele. Le cause del crollo sono chiare, sono chiare nei fatti - spiega -. Abbiamo visto tutti i trefoli come erano ridotti, abbiamo visto tutti per quanti anni non sono state fatte manutenzioni su questo ponte che è stato completamente abbandonato. Se anche c'era il vizio occulto, come c'è in quasi tutte le infrastrutture, perché tante infrastrutture possono avere dei problemi c'era sicuramente un difetto, ma questo difetto ha consentito al ponte di stare su per oltre cinquanta anni".

La tesi dei consulenti di Spea che hanno concluso la loro deposizione la scorsa settimana è stata quella che a provocare il crollo è stato un difetto di costruzione sulla pila 9 avvenuto nel 1966, mai rivelato dai costruttori e impossibile da diagnosticare. Un vizio, a detta dei consulenti di Spea, provocato dalla mancata iniezione di malta nella sommità dello strallo, così la rastrelliera posta in cima alla pila quando sono stati tirati i cavi visto che non era bloccata si è accartocciata.

Questa anomalia durante la costruzione del ponte avrebbe provocato un cedimento dell'impalcato, la strada del ponte, di molti centimetri. Un errore di costruzione che avrebbe dovuto indurre il direttore dei cantiere a rifare la pila 9 che invece sarebbe stata rattoppata con un cavo longitudinale a rinforzare le viscere del ponte, all'interno dell'impalcato, cavo non previsto dal progetto originario di Morandi e scoperto quando è stata rifatta la pila 11.

Il vizio occulto e occultato è la causa principale anche per i consulenti Aspi che lo definiscono "senza precedenti nella storia dell'ingegneria".

Non la pensa così Possetti: "Il ponte è caduto sì, ma è caduto perché è stato completamente abbandonato e questo deve essere chiaro a tutti".

Il vizio occulto c'era ma non è stato quello la causa del crollo e della morte di 43 persone. "In aula vedremo sicuramente di tutto di più: fulmini, tuoni, tempeste e quant'altro. Credo che la storia più terribile sia però che queste persone, in tanti anni, hanno permesso che questa infrastruttura fosse devastata e hanno causato la morte di tutte queste anime".