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Oggi in media nel capoluogo ligure una confezione da quattro rotoli costa 2,76 euro, prezzo dunque superiore alla media italiana. Nel 2021 a Genova la stessa confezione costava in media 1,83 euro.
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GENOVA - Scoppia la polemica per il vertiginoso aumento del costo della carta igienica in Italia negli ultimi tre anni. Rispetto al 2021 il prezzo medio in Italia è passato da 1,74 euro a 2,51 con un aumento del 44,2%. Anche a Genova il rialzo è stato marcato. Secondo i dati del Centro di formazione e ricerca sui consumi oggi in media nel capoluogo ligure una confezione da quattro rotoli costa 2,76 euro, prezzo dunque superiore alla media italiana. Nel 2021 a Genova la stessa confezione costava in media 1,83 euro. In tre anni c'è stato dunque un rincaro del prezzo del 50,8%: in poche parole 93 centesimi in più.

Per quanto riguarda i valori assoluti Genova si piazza al diciassettesimo posto tra le province italiane per costo più alto. Bolzano è la provincia dove un pacco di carta igienica costa di più con 3,40 euro e un rialzo dell'85,8%. Nel poco gradito podio c'è Grossetto con 3,15 euro (nel 2021 costava 1,66 euro) e Udine con 3,06 euro (nel 2021 costava 1,65 euro).

Sull’altro versante della classifica Siracusa, con un prezzo medio di 1,77 euro, è la provincia più economica d’Italia, seguita da Bari (1,81 euro) e Mantova (1,87 euro). In totale solo 6 città vantano un prezzo inferiore ai 2 euro per una confezione da quattro rotoli. Se si analizza l’andamento dei listini al dettaglio tra il 2021 e il 2024, emerge come i rincari più pesanti si registrino a Grosseto e Ferrara, con una variazione dei prezzi che supera il +89%, +85% a Bolzano, Udine e Livorno. Le province dove la carta igienica è rincarata di meno nel triennio sono Messina (+14,5%), Bari (+15,3%) e Vercelli (+17,3%).

"Si stima che il mercato della carta igienica valga in Italia circa 1,2 miliardi di euro all’anno – afferma il presidente del comitato scientifico C.r.c., Furio Truzzi – Un bene talmente indispensabile per gli italiani che, come si ricorderà, durante la pandemia fu uno dei primi a sparire dagli scaffali dei supermercati, con i cittadini che acquistarono ingenti scorte di tale bene. A pesare sui rincari dei prezzi ci sono più fattori: in primis la crisi delle materie prime, con la guerra in Ucraina che ha portato ad un crollo delle importazioni di legno dalla Russia da cui si ottiene la cellulosa indispensabile per produrre la carta igienica, e il conseguente rialzo delle quotazioni internazionali della fibra corta, salite a gennaio del 68% rispetto ai livelli pre-rincari. Ci sono poi i maggiori costi di produzione determinati dal caro-energia che ha pesato sulle industrie del comparto, e non ultima la solita speculazione che, come noto, incide di più proprio sui prezzi di quei beni di cui i cittadini non possono fare a meno" conclude Truzzi.