Attualità

Presente anche il Questore di Genova Silvia Burdese, che ha voluto ringraziare i poliziotti per il loro lavoro, quasi sottolineando le condizioni delle autostrade della Liguria
2 minuti e 12 secondi di lettura

GENOVA - "Mentre nelle altre regioni se arriva una pattuglia della polizia stradale c’è agitazione, quando arriva qui in Liguria mentre sei in coda o c’è una strada chiusa, il vostro arrivo è una liberazione". Lo ha detto il Questore di Genova Silvia Burdese durante i festeggiamenti per i 50 anni della sottosezione polizia stradale di Genova Sampierdarena, una delle tre più grandi in Italia.

Un cenno necessario alle condizioni delle autostrade della Liguria, dove ogni giorno la polizia stradale interviene, costellate da lunghe gallerie, viadotti ma soprattutto cantieri.

La festa è avvenuta nella sede della sottosezione, intitolata a un agente della polizia stradale, Di Fabio, che negli anni ‘70 perse la vita mentre segnalava un incidente sulla A10, all’altezza di Celle Ligure.

Presenti anche 50 bambini delle scuole elementari per fare tappa al Pullman azzurro della Polizia di Stato, una vera e propria aula itinerante dotata di una sala multimediale in cui gli agenti della Polizia Stradale sono a loro disposizione per promuovere la cultura della guida sicura attraverso strumenti interattivi che sviluppano una maggiore percezione dei pericoli sulla strada. 

Presente anche la Lamborghini Huracan, la supercar utilizzata per il trasporto urgente di organi, plasma e sangue.

"Un momento importante per la città e per la nostra Regione che, malgrado la carenza degli organici che affligge in questa fase transitoria tutta la Polizia di Stato - spiega Roberto Traverso del Siap, il Sindacato Italiano Appartenenti Polizia -, possono garantire sull’efficienza e professionalità delle donne e gli uomini della Polizia Stradale che operano su tratte autostradali rischiosissime, prive per lunghi tratti delle corsie di emergenza e flagellate da un impressionante numero di cantieri di lavori in corso che oltre a creare chilometrici ingorghi obbligano spesso i poliziotti a date supporto psicologico agli utenti".

"Non possiamo certo esimerci da ricordare che il colpevole crollo del Ponte Morandi, che ha causato la morte assurda di ben 43 vittime, è una ferita ancora aperta la cui cicatrice resterà comunque indelebile nel tempo proprio sul territorio genovese - continua -. Siamo certi che la Magistratura farà il suo corso ed individuerà i colpevoli di una strage che DOVEVA essere evitata prima di tutto da parte dello Stato che non avrebbe dovuto permettere il crollo del Ponte Morandi a causa di scelte e comportamenti che come detto sono al vaglio degli inquirenti".

"Resta però la certezza che la Polizia Stradale quello Stato lo ha sempre degnamente rappresentato prima e dopo quel maledetto crollo - conclude Traverso - garantendo sicurezza stradale su autostrade privatizzate anche attraverso rapporti convenzionali ministeriali che danno la possibilità di far beneficiare dell’insostituibile professionalità della Polizia di Stato non solo gli utenti ma anche gli stessi privati".