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GENOVA - A partire dal bilancio 2024 Regione Liguria investirà 600mila euro all'anno per il recupero dei beni confiscati alla criminalità organizzata e alla mafia: a dirlo è una modifica di legge approvata all'unanimità dal Consiglio Regionale, che per la prima volta fa diventare strutturale il sostegno ai Comuni che hanno almeno un bene confiscato sul loro territorio. Ad oggi le amministrazioni interessate sono 41, il 20% del totale.

Solo in Liguria i beni confiscati sono circa 480, tra cui 394 già assegnati o da assegnare per cui si può quindi usufruire della legge: di questi 244 sono già stati dati in gestione all'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, mentre 150 sono destinati agli enti locali, pubblici o statali.

Secondo il presidente della Commissione Antimafia Roberto Centi questi numeri "sono il segno della pervasività delle mafie del nostro territorio, una presenza che si nasconde soprattutto tra i colletti bianchi più che nei grandi appalti".

"Si tratta di una legge che mette certezza definitiva sia sui fondi che sulla distribuzione in tutto il territorio regionale - ha spiegato -, per dare modo ogni anno alla regione di aiutare i comuni, con beni confiscati per ristrutturare appartamenti, ville, terreni e mettere a posto beni che erano della criminalità organizzata e che sono stati assegnati ai singoli comuni. Ha finalità sociali e istituzionali: sociali per aiutare famiglie e persone in difficoltà e asociazioni che si occupano di nuove e vecchie povertà, e istituzionali perché il tema della social housing è legato a questa finalità istituzionale della legge".

L'assessore alla Sicurezza Alessio Piana sottolinea a nome della Giunta "il grande lavoro bipartisan volto a dare una normativa sulle politiche di valorizzazione dei beni confiscati più adeguata alla consistenza e all'importanza del fenomeno mafioso sul territorio regionale" e spiega l'obiettivo della modifica di legge, ovvero che i beni confiscati possano diventare uno "strumento di promozione della cultura della legalità, solidarietà e inclusione sociale ed occasione per un modello di sviluppo territoriale sostenibile e inclusivo".

"È un'occasione di stimolo per tenera alta l'attenzione su un tema e una necessità condivisa da tutte le forze politiche che siedono in consiglio, che noi cerchiamo di accompagnare con il lavoro che viene svolto dall'osservatorio che compie un'opera di monitoraggio puntuale anno per anno - conclude -, con dati recentemente definitivi al 2023 che saranno presentati anche in sede pubblica".

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