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Intanto a Genova sono sbarcati i 129 migranti salvati da morte certa in mezzo al mare. Inizialmente erano 261
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GENOVA - "Ci sono persone che vengono da molti paesi in conflitto dalla Siria, dall'Egitto, dall'Iraq e dalla Palestina. Poi anche tre bambini sotto ai tre anni di età". Così Monica Minardi, medico di Medici Senza Frontiere, sulla nave della Ong al momento del soccorso.

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Prima il racconto del salvataggio in acque internazionali: "Abbiamo prima individuato una imbarcazione, senza nessun equipaggiamento per la navigazione quindi a rischio e pure sovraffollata. Dopo di che, subito dopo, è stata evidenziata la seconda imbarcazione che era in una situazione ancora più pericolosa perché stava imbarcando acqua".

"Ovviamente il viaggio è stato difficile per via dei porti lontani. È stato molto doloroso per il personale a bordo dovere selezionare chi tra i vulnerabili era il più vulnerabile per farlo scendere a Civitavecchia. Ovviamente abbiamo cercato di mantenere le famiglie, i nuclei familiari, unite".

Continua Minardi. "Ci chiediamo quale sia il motivo nel senso quale sia veramente la logica dietro l'assegnazione di due porti che ci appare particolarmente crudele e qualcosa veramente di contrario al rispetto della dignità di queste persone, al rispetto della vita umana. Tra l'altro è anche poco efficace, perché comunque sì aumenta i costi aumenta i problemi tutte le questioni organizzative per noi ma anche per chi ci accoglie".

Intanto a Genova sono sbarcati i 129 migranti salvati da morte certa in mezzo al mare. Inizialmente erano 261: poi l'assegnazione da parte del Governo Italiano del porto di Livorno, trasformato poi in quello di Civitavecchia, per una prima tappa dove far scendere i "più fragili". La nave che batte bandiera norvegese è arrivata in Liguria solo dopo 26 ore di viaggio. 

"Dal punto di vista dell'etica medica è veramente un pugno nello stomaco dover fare questo tipo di selezioni. In più, con questa politica stiamo ottenendo solo più morti. Non si fermano i sogni, non si fermano le necessità delle persone che hanno dietro di sé solo il fuoco, la guerra e l'impossibilità di andare avanti con la loro vita".

Tutte le persone sbarcate questa mattina verranno spostate in Lombardia, tranne alcuni casi medici che dovranno essere valutati. Intanto da Medici Senza Frontiere arriva l'appello: "Chiediamo che il Governo metta in atto delle politiche umane, delle politiche che facciano in modo che le persone possano avere delle vie legali per accedere all'Italia e che ci sia una progettualità di accoglienza che rispetti la dignità di queste persone, perché è l'unica strada. Il rispetto della vita è tale se la vita in questione è quella di tutti e non lo è solo in base ai passaporti delle persone".