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Il suggestivo rifugio sui monti di Cairo Montenotte, nel parco Adelasia, a 800 metri di altitudine, risente del cambiamento climatico. Il gestore Marco Briano: "Ruscelli sempre più esigui, noi costretti a rifornirsi d'acqua con autobotti da Genova"
1 minuto e 16 secondi di lettura
di Michele Varì
 
GENOVA -Il silenzio assoluto, l'odore dei faggi e delle sue foglie che non ti lascia mai, ti accompagna ad ogni passo, fra ruscelli però sempre più esigui: arrivare a cascina Miera significa immergersi nel piccolo parco dell'Adelasia, sui monti alle spalle di Savona, nel comune di Cairo Montenotte, e perdersi fra sentieri che sembrano arrivare ovunque, anche sino al mare, che da lì non si vede ma già si immagina. Sentieri in cui si è come avvolti dai boschi, dell'Alta Via dei Monti Liguri, o altri, che possono anche condurre, senza mai scendere a valle, anche verso il Piemonte e Torino, con l'AltraVia.
Un incanto che la siccità però può ferire. Lo ammette il gestore di Cascina Miera, Marco Briano, guida naturalistica savonese che ha vissuto e lavorato per anni in Nepal, e che sembra soppesare ogni parola. Il suo racconto è un grido di allarme per l'acqua, che a causa del clima, o scende in modo violento, o sparisce, lasciando tutti a secco, anche i paradisi come Cascina Miera.

A Cascina Miera ci sono sentieri per tutti, da chi ama passeggiare e chi invece preferisce escursioni anche ardite, percorsi 5 a 14 km, lì si può pranzare, alloggiare nel rifugio, ma anche accamparsi in una baita isolata, o una tenda, e poi affittare una bicicletta. C'è anche una postazione in legno per osservare gli animali, "la sera quassù - racconta Briano - quando vanno via gli ospiti, si possono ammirare animali di ogni tipo, dai caprioli ai cinghiali, gli scoiattoli, le volpi...".
 

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