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Andrea Gotelli, 27 anni, 40 pecore di rara razza Romanov. Perso nei prati della val di Vara, racconta la sua protesta dei trattori
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VARESE LIGURE - Per arrivare da Andrea impieghiamo una quindicina di minuti, curve, deviazioni, qualche cartello per paesi dal nome strano, stradine private senza sbocco, se non prati e boschi. Non ci fosse il navigatore forse lo staremmo ancora cercando. Ma anche in questo luogo in mezzo al nulla la tecnologia ci viene in soccorso e arriviamo, da Varese Ligure, alla frazione Costola, vicino a Buto. Andrea Gotelli ha solo 27 anni, e da quando ne ha venti ha deciso di seguire le orme della madre e di occuparsi delle sue pecore, dopo aver preso il diploma da ragioniere. Già, le pecore. Sono la sua ragione di vita, glielo leggi negli occhi mentre, disperato, inerme, racconta che “dal 2020 a oggi i lupi me ne hanno sbranate 40, lo sa che cosa vuol dire vedere le proprie creature ridotte a brandelli?”. Non se ne fa una ragione. Gli chiediamo se ha i cani, per controllare le pecore: “No, sono contrario ai cani da guardianaggio, perché qui, sparsi qua e là, ci sono anche alcuni bed and breakfast, famiglie a passeggiare. Controllo io le mie pecore. Dovrei tirare sù dei recinti altissimi che però costerebbero migliaia di euro. Non riuscirei a rientrare nei costi, non posso mica vendere gli agnelli a caro prezzo?”. Tutto sta qui, nel tentativo quotidiano di contrastare ciò che la natura manda: i lupi i prima di tutto. “Mio nonno questo problema non lo aveva, non c’erano i lupi anni fa. Poi li hanno inseriti ed ecco il risultato”.

Le sue pecore sono russe, razza Romanov. “Allevate in purezza” spiega “cioè senza mai farle incrociare con altre razze. Sono molto prolifiche, anche cinque agnelli a parto e due parti all’anno”. Lui vende gli agnelli, ma non per essere macellati.

La grande domanda è quanto potrà andare avanti con questo suo lavoro che è prima ancora una passione: questa è la sua interpretazione della protesta dei trattori: “Troppa burocrazia, per fare qualsiasi cosa devi fare montagne di documenti, sia a livello nazionale che europeo. Serve una semplificazione. E poi serve che ci siano sostegni, dalle istituzioni, per fare cose come i recinti che le ho detto. Ma serve che anche i consumatori ci aiutino, comprando i nostri prodotti che sono di qualità. Per i lupi serve la caccia selettiva, come stanno facendo in Svizzera. Se no saremo io, e gli allevatori come me, a rischiare l’estinzione”.

Anche Giancarlo Lucchetti, il sindaco di Varese Ligure, paese che vive di allevamento, patria del biologico, prima città europea negli anni Novanta a ricevere la certificazione ISO 14001, prende le difese del settore.