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Ad esempio se fino a poche ore fa si pagavano 2 euro per fare il tratto Arenzano-Genova Ovest ora la stessa tratta costa 2,10 euro: dieci centesimi in più per appena 23 km di strada. In un anno circa 50 euro in più tra andata e ritorno per un solo percorso
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LIGURIA - Percorri l'autostrada e quando arrivi al casello di uscita ecco la brutta sorpresa, il pedaggio costa un po' di più. E sì perché il 2024 ha portato un aumento al rialzo dei costi delle autostrade. Un incremento che non risparmia nemmeno la Liguria che vanta già le autostrade tra le più care d'Italia in una continua gimkana tra cantieri, scambi di carreggiata, chiusure notturne e incidenti.

Un aumento del 2,3% delle tariffe scritto nero su bianco nel Decreto Milleproroghe approvato dal governo Meloni. E per il portafoglio dei liguri la spesa in più è già marcata: ad esempio se fino a poche ore fa si pagavano 2 euro per fare il tratto Arenzano-Genova Ovest ora la stessa tratta costa 2,10 euro: sì, dieci centesimi in più per appena 23 km di strada. In un anno circa 50 euro in più tra andata e ritorno per un solo percorso se consideriamo una persona che tutti i giorni si muove per andare al lavoro.

E lo stesso vale per molte altre tratte. Ad esempio Genova Ovest-Savona che da 4,10 euro passa a 4,20; Genova Ovest-Ventimiglia che da 18,60 euro passa a 18,70 euro e Ventimiglia-La Spezia che da 31,30 euro passa a 31,40 euro.

In Liguria gli aumenti più sostanziosi, il famoso 2,3% in più, riguardano il tratto della Autofiori della A6 Savona-Torino e la Salt dell'Autocisa fino alla Spezia. Aumento dell'1,5% anche per tutti i tratti gestiti da Autostrade per l'Italia in A7, A10, A12 e A26.

Ora le concessionarie hanno tre mesi di tempo per presentare l'aggiornamento dei piani economico-finanziari. Di fatto i gestori entro il 31 marzo dovranno sottoporre al Governo un piano di investimento per ammodernare la rete. Intanto nell'attesa, per liguri e no, l'aumento del pedaggio è già partito.

Le associazioni di categoria a difesa dei consumatori attaccano il governo sottolineando come l'aumento avvenga di fronte a una situazione di continuo disservizi per gli utenti a causa dei lavori e delle lunghe cose. A questa si aggiunge la richiesta diretta al Parlamento di fare un passo indietro e rivedere la misura.