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Discorso di fine anno del Presidente della Repubblica che sulle violenze di genere dice: "L'amore non è egoismo, l'amore vero è rispetto"
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ROMA - Mentre la Liguria e tutta l'Italia festeggia l'arrivo del nuovo anno il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato il suo messaggio al Paese. Da una parte il bilancio del 2023 dall'altro un augurio per il 2024. Tanti i temi affrontati dal Capo dello Stato: dalle guerre alle violenze di genere, quello del lavoro e della sua sicurezza e poi ancora la difesa dei valori della Costituzione. Tra le frasi di rilievo del discorso di Mattarella quelle rivolte ai giovani sull'importanza di partecipare alla vita democratica del Paese: "Possiamo dare tutti qualcosa alla nostra Italia. Con la partecipazione attiva alla vita civile. A partire dall'esercizio del diritto di voto. Per definire la strada da percorrere, è il voto libero che decide. Non rispondere a un sondaggio, o stare sui social".  

Sulle guerre il Presidente manifesta la sua preoccupazione: "Avvertiamo angoscia per la violenza cui, sovente, assistiamo: tra gli Stati, nella società, nelle strade, nelle scene di vita quotidiana. La violenza. Anzitutto, la violenza delle guerre. Di quelle in corso e di quelle evocate e minacciate" con Mattarella che ha parlato della situazione in Ucraina e in Medio Oriente puntando il dito contro l'attacco di Hamas e la reazione del governo israeliano che ha provocato "migliaia di vittime tra i civili".

Poi il tema della violenza di genere con un messaggio da chiaro e diretto: "Cari ragazzi, ve lo dico con parole semplici: l’amore non è egoismo, possesso, dominio, malinteso orgoglio. L’amore, quello vero, è ben più che rispetto: è dono, gratuità, sensibilità. Penso alla violenza verbale e alle espressioni di denigrazione e di odio che si presentano, sovente, nella rete. Penso alla violenza che qualche gruppo di giovani sembra coltivare, talvolta come espressione di rabbia. Penso al risentimento che cresce nelle periferie. Frutto, spesso, dell’indifferenza; e del senso di abbandono. Penso alla pessima tendenza di identificare avversari o addirittura nemici. Verso i quali praticare forme di aggressività".

Altro tema affrontato nel suo discorso dal Presidente Mattarella è quello del lavoro: "Il lavoro che manca pur in presenza di un significativo aumento dell’occupazione. C'è il lavoro sottopagato e quello, sovente, non in linea con le proprie aspettative e con gli studi seguiti. Il lavoro, a condizioni inique, e di scarsa sicurezza. Con tante, inammissibili, vittime. Le immani, differenze di retribuzione tra pochi superprivilegiati e tanti che vivono nel disagio. Le difficoltà che si incontrano nel diritto alle cure sanitarie per tutti. Con liste d’attesa per visite ed esami, in tempi inaccettabilmente lunghi. La sicurezza della convivenza. Che lo Stato deve garantire".

Come ogni anno Mattarella si sofferma sul ruolo dei giovani e alle difficoltà che devono affrontare per trovare la loro strada: "Affermare i diritti significa prestare attenzione alle esigenze degli studenti, che vanno aiutati a realizzarsi. Il cui diritto allo studio incontra, nei fatti, ostacoli. A cominciare dai costi di alloggio nelle grandi città universitarie; improponibili per la maggior parte delle famiglie. Significa rendere effettiva la parità tra donne e uomini: nella società, nel lavoro, nel carico delle responsabilità familiari".

Mattarella sottolinea l'importanza della democrazia e della libertà unite: "La democrazia è fatta di esercizio di libertà. Libertà che, quanti esercitano pubbliche funzioni a tutti i livelli sono chiamati a garantire. Libertà indipendente da abusivi controlli di chi, gestori di intelligenza artificiale o di potere, possa pretendere di orientare il pubblico sentimento. Non dobbiamo farci vincere dalla rassegnazione. O dall’indifferenza".

Con Mattarella che ha rimarcato l'importanza di "ascoltare e partecipare" e così dal Presidente arriva l'appello: "Viviamo un passaggio epocale. Possiamo dare tutti qualcosa alla nostra Italia. Qualcosa di importante. Con i nostri valori. Con la solidarietà di cui siamo capaci. Con la partecipazione attiva alla vita civile. A partire dall'esercizio del diritto di voto. Per definire la strada da percorrere, è il voto libero che decide. Non rispondere a un sondaggio, o stare sui social".