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"Siamo ormai in una condizione drammatica nello stabilimento" continuano i sindacati che chiedono al Governo di prendersi la "responsabilità di decidere"
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GENOVA - "Siamo ormai in una condizione drammatica nello stabilimento di Cornigliano. Il governo sta continuando a dimostrare di non avere le idee chiare sulle diverse strade da percorrere ci sono diversi ipotesi tra cui quella, sostenuta dalla Fim Cisl che i fondi già immessi da Invitalia si trasformino in quote di capitale sociale e quindi agevolerà il passaggio al 60% da parte di Invitalia e quindi del Governo anziché lasciare le cose come stanno con Acciaierie d’Italia destinata ad una lunga agonia". Sono le parole di Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria.

"Il paradosso che si consuma è che il socio di minoranza, cioè lo Stato, ci mette i soldi mentre il socio di maggioranza li gestisce a suo piacimento. Ormai non c’è più tempo, il prossimo incontro tra Governo e Arcelor Mittal deve essere decisivo - continua Venzano -. Il prossimo 11 dicembre i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm saranno davanti a Palazzo Chigi per chiedere al governo finalmente di intervenire. Fermando gli impianti a Taranto così sarà ulteriormente peggiorato l’approvvigionamento del materiale negli stabilimenti del nord ". 

"A Cornigliano in alcune giornate ci troviamo addirittura senza zinco, quindi i reparti di zincatura, imballi e spedizioni rimangono fermi generando ulteriore cassa integrazione. E ci troviamo a volte anche senza bottigliette di acqua all’interno dei reparti dove invece i lavoratori ne avrebbero bisogno costantemente. Sono solo alcuni esempi di un caos ormai totale all’interno con i lavoratori che continuano a pagare il prezzo di questo stato confusionale dell’azienda", aggiunge Nicola Appice, coordinatore Rsu Fim Cisl Liguria Acciaierie d’Italia.