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L'Iit di Genova porta avanti la ricerca scientifica puntando su robotica, studio applicato per creare economia circolare, ricerche sulla farmaceutica e su come applicare in modo sempre più funzionale i supporti medici come protesi e non solo
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GENOVA - C’è la robotica ma anche lo studio applicato per creare economia circolare, ricerche sulla farmaceutica e su come applicare in modo sempre più funzionale i supporti medici come protesi e non solo. L’Istituto italiano di tecnologia di Genova (Iit) festeggia vent’anni di attività con l'evento Edge 2023 Innovation, Impact, Technology che si è svolto alla Borsa di Genova.

“Siamo qui perché vogliamo parlare di trasferimento tecnologico ma non solo - spiega il direttore scientifico dell’Iit Giorgio Metta -. Parliamo anche dei risultati ottenuti e di quello che siamo vicini a ottenere. Siamo partiti da zero vent’anni fa e oggi abbiamo 2000 persone. Il nostro obiettivo per qualsiasi ricerca deve essere quello della sua applicazione. Alcune delle innovazioni sono già sul mercato con delle start up. Altre sono vicine ad arrivare. Ora l'obiettivo è far partire la vera robot volley di cui abbiamo parlato molto spesso". E guardando al futuro dice: "Intelligenza artificiale, tecnologie mediche, e ricerca sui materiali sono il nostro core business e su tutte ci sono grandi opportunità".

Una delle discussioni più accese è quello che riguarda le intelligenze artificiale ormai arrivata ad essere accessibili a gran parte della popolazione dei Paesi industrializzati. "Come sempre quando si parla di tecnologie queste possono avare impatti molto forti, quando parliamo di IA poi parliamo di un qualcosa di molto trasversale che può avere un impatto in diversi settori. È una tecnologia potente che ci permette di fare tante cose ma quello che può fare può essere anche pericoloso. Nel mondo aziendale i rischi sono minori perché c'è maggior controllo dei diversi processi. Per le aziende la IA può essere un grosso volano per l'economia nazionale.

E per i cittadini? "È certamente più problematica perché l'applicazione verso l'esterno ha necessità di molta attenzione, esistono problemi di non comprensione dell'algoritmo o ancora algoritmi che danno risposte non veritiere, sono tutti aspetti sui quali è necessario poter dare garanzie" spiega Metta.

Se guarda al futuro il direttore scientifico dell'Istituto italiano di tecnologia vede un doppio sogno-obiettivo: "Il primo è quello di avere almeno un caso di estremo successo per un'azienda che parte da start up e diventa col tempo sempre più grande fino a raggiungere un valore di un miliardo di euro, si parla in questi di effetto unicorno. Il secondo è avere un impatto sempre maggiore e incisivo sulle applicazioni reali".

E poi c'è un'attenzione particolare per la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale. Metta spiega: "Abbiamo un'attenzione particolare sul green. Pensiamo a tutto il processo della generazione di rifiuti e del suo impatto, noi possiamo fare molto cambiando i materiali e l'intero processo realizzativo partendo dai materiali. Quando? Già adesso abbiamo start up che producono platiche bio e che potrebbero andare a sostituire molti dei materiali che andiamo a usare nella vita quotidiana".

"C'è una grande volontà di trasferire i risultati della ricerca nel mondo reale - spiega il presidente dell'Iit, Gabriele Galateri di Genola - perché lo scopo di Iit, secondo la legge istitutiva, è proprio quello di migliorare la qualità della vita delle persone e dell'ambiente in cui viviamo. E questo avviene attraverso gli scienziati e attraverso la governance dell'Istituto che nel cda e nei comitati esecutivo e tecnico scientifico ha personalità importanti del mondo industriale, dei servizi e della scienza che crea una commistione di competenze alla base del trasferimento tecnologico".

In questi vent'anni "sono stati fatti passi importanti - aggiunge il direttore del trasferimento tecnologico Iit Lorenzo De Michieli - abbiamo iniziato con il primo brevetto nel 2006 e ora, nel 2023 ne abbiamo più di 1300, e questo denota un investimento importante in proprietà intellettuale e nel modo in cui abbiamo imparato ad usarla e a farla diventare un asset competitivo. Sempre in tema di numeri abbiamo una comunità ampia di investitori con i quali abbiamo creato opportunità di crescita delle nostre startup, dal 2012 ne sono nate 35 che hanno raccolto più di 100 milioni di investimenti di capitale di rischio e hanno generato oltre 200 posti di lavoro".

 

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