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"Lo stupratore è il figlio sano del patriarcato", "Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima" e "Distruggi tutto", si legge sui cartelli dei ragazzi esposti all'ingresso di diverse scuole
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GENOVA - I giovani delle scuole genovesi si sono uniti ai compagni romani, portando la rabbia scaturita dagli ultimi femminicidi tra i banchi.

"Lo abbiamo fatto perché sia davvero l'ultima. Perché vogliamo che la scuola serva a creare una cultura alternativa alla nostra società piena di prevaricazione e machismo. Perché, anche contro questo sistema eterocispatriarcale, non resteremo a guardare. Per Giulia. Per tutte noi", si legge sui cartelli esposti dai ragazzi all'ingresso di diversi istituti scolastici.

"Lo stupratore è il figlio sano del patriarcato", "Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima" e "Distruggi tutto".

A lasciare contrariati i ragazzi e le ragazze anche la posizione del ministro all'istruzione Giuseppe Valditara, che ha annunciato per domani, martedì 20 novembre, "un minuto di silenzio in onore di Giulia e di tutte le donne vittime di violenza". Per chi manifesta, però, 'non serve il silenzio' ma "mobilitarsi accogliendo l’appello della sorella di Giulia per una rivoluzione culturale".

 

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