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Si tratta di Emanuele De Angelis, che si occupò del progetto di rinforzo delle pile 9 e 10
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GENOVA - Dopo cinque giorni di interrogatorio ha avuto un crollo emotivo e si è messo a piangere Emanuele De Angelis, uno dei 58 imputati per il crollo del ponte Morandi che è costato la vita a 43 persone il 14 agosto 2018.

Il suo è stato l'esame più lungo tra quelli effettuati. De Angelis si occupò del progetto di retrofitting (il rinforzo delle pile 9 e 10). Secondo la tesi della procura l'ingegnere, come altri imputati, avrebbe dovuto chiedere o far effettuare ulteriori indagini dirette sullo stato del ponte, visti i tanti segnali sulle condizioni di degrado. Secondo la sua difesa, invece, il progetto era stato approvato da autorevoli consulenti esterni, seguendo la corretta procedura.

Oggi ha reso spontanee dichiarazioni un altro imputato Maurizio Ceneri, ingegnere e coordinatore dei tecnici Spea, definito dalla procura "coccolino" perché "aveva il compito di ammorbidire i report". Ceneri ha detto di "non avere mai dato calcoli o indicazioni su calcoli per la valutazione delle percentuali di riduzione. Unico documento dato fu una nota tecnica a novembre 2016 che vi chiese Aspi e che riportava l'andamento temporale delle estensioni delle anomalie di corrosione".

Il collegio dei giudici ha respinto la richiesta dell'ingegnere Gabriele Camomilla di fare spontanee dichiarazioni per sette ore subito prima dell'esame. Il suo legale a questo punto ha rinunciato all'interrogatorio e Camomilla rilascerà solo spontanee dichiarazioni. Il processo riprenderà il 6 novembre quando verranno sentiti i primi imputati di Aspi, Bergamo e Ceseri.

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