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GENOVA - "Sono pronta ad arruolarmi nell'esercito israeliano, voglio fare la mia parte anche se non nascondo la paura e la preoccupazione". Micol Ottolenghi è una studentessa di 22 anni e da 4 anni vive in Israele a Herzliya a nord di Tel Aviv e a Primocanale ha raccontato la sua storia.

"Tra tre mesi il 2 gennaio inizierò il servizio militare dopo quello che è accaduto mi sono proposta per partire subito ma al momento mi è stato risposto di no perchè non ho sufficiente preparazione - spiega Micol - sono migliaia le persone che si stanno candidando, anche persone over 60".

"Io ho studiato all'università, per me Israele è un paese meraviglioso di cui mi sono appassionata tanto, la gente è piena di vita, di gioia, di grande intraprendenza che ho molto ammirato ed è un paese pieno di divertimenti - racconta - io sono un'appassionata di ristoranti di Tel Aviv e mi sono innamorata tanto che ho deciso di diventarne cittadina e ora sto studiando ebraico".

"Quando è iniziato il conflitto era sabato e mi è arrivata una chiamata da un amico preoccupato per me, che mi ha subito spiegato che si erano infiltrati dei terroristi a sud del paese e che avevano commesso terribili massacri - prosegue - mi sono spaventata ma non era la prima volta, avevo vissuto attacchi da Gaza visto che ero in Israele anche nel maggio 2021. Quella mattina non potevo immaginare la portata che poi avrebbe raggiunto questo conflitto. E in quel momento ero da sola. Io vivo con mio fratello, ma lui non era ancora tornato in Israele e ho avuto paura. Chiaramente ho passato la giornata incollata alle notizie, scrivendo ad amici, gente in Israele e verso sera, è suonato il primo allarme missili anche da me. Io ovviamente sono subito corsa nel bunker, la zona protetta anti-missili in cui bisogna andare e stare per almeno 10 minuti. E ammetto che avendo passato la giornata da sola a vedere questi video terribili di queste atrocità commesse in cui anche è facile vedersi al posto delle vittime, ho avuto paura e intanto sentivo gli scoppi dei missili a poca distanza da me".

Dopo poche ore poi la decisione di fare qualcosa e aiutare i soldati israeliani: "Io e la mia amica abbiamo creato un fondo, diffuso un link per ottenere donazioni e siamo riusciti a raccogliere tanto. È stato veramente bellissimo vedere quanta gente volesse aiutare da tutto il mondo, da tutti i paesi, e diverse religioni. Abbiamo iniziato a raccogliere tantissimo cibo, abbiamo fatto scorte incredibili nei supermercati e poi siamo andati anche chiaramente in tutti i negozi specifici per militari perché questi ragazzi che erano stati chiamati avevano dovuto preparare tutto velocemente e gli mancavano molte cose ed era magari anche da anni che non tornavano nell'esercito e quindi abbiamo comprato tutto quello che potevamo: protezioni, vestiti tecnici e anche coperte, asciugamani, tutto quello che potevamo trovare. Tutto questo materiale è stato consegnato al fronte tramite un mio amico".

"Si vede una grandissima unità, un grandissimo patriottismo e volontà di difendere Israele da parte di tutti".


Nonostante la paura Micol sembra serena. In poche ore, però, la sua vita è cambiata e presto sarà tra le centinaia di migliaia di giovani ragazzi mobilitati da Israele per rispondere all’attacco di Hamas.

"Avendo vissuto qui tutto quello che è successo, ovviamente è naturale avere paura, penso, ma anche di grande volontà e di anche maggiore convinzione che sia qualcosa che voglio fare, perché penso che Israele vada protetto, sono contenta di andare anche io e sono anche più motivata che mai a difendere Israele. Tutti sono comunque convinti che Israele riuscirà a difendersi. Ha un esercito forte che prevarrà".