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Sarà un venerdì decisivo, alla Corte di Cassazione, per il destino dell'istanza di ricusazione del gup Paola Faggioni presentata da alcuni imputati nel processo per il crollo del Morandi. La Suprema Corte potrebbe decidere già in giornata.

A chiedere al gup Paola Faggioni di astenersi erano stati i difensori di otto imputati, tra cui l'ex amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci, sulla base della presunta violazione del principio di imparzialità, dal momento che il gup Faggioni aveva già espresso un giudizio sul crollo del Morandi in un procedimento connesso, quello sulle barriere antirumore pericolose, che vede indagate le stesse otto persone, procedimento in cui aveva chiesto misure restrittive.

La corte di appello aveva respinto la richiesta, sostenendo che le considerazioni sul crollo erano state "generiche" e a quel punto i difensori degli otto imputati l'avevano impugnata ricorrendo in Cassazione.

"C'è molta attesa, dovesse esserci una discussione in senso contrario si allungherebbero i tempi ma almeno sappiamo che non scatterebbe la prescrizione. Speriamo che la decisione sia definitiva e rapida" commenta Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi a Primocanale.

Se i giudici dovessero accogliere l'istanza dei legali la corte d'appello dovrà riunirsi nuovamente per designare un altro gup, oppure respingere ancora una volta. In questo secondo caso, allora, gli avvocati potrebbero ricorrere ancora in Cassazione. Nel frattempo l'udienza preliminare è stata rinviata al 28 gennaio in attesa della decisione degli "ermellini". Il collegio difensivo aveva accettato la sospensione dei termini della prescrizione.

Le prime prescrizioni per i 59 imputati, oltre alle due società Aspi e Spea (manutenzioni), scatteranno a ottobre 2023 per l'omissione di atti d'ufficio, mentre i falsi si prescriveranno a partire da giugno 2024. Secondo l'accusa i vertici di Autostrade di allora avevano rinviato le manutenzioni per fare economia a beneficio di maggiori dividendi per gli azionisti. Coinvolti anche gli ex vertici e tecnici di Spea, e i dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato accusati di omessa vigilanza sugli adempimenti d'obbligo delle concessionarie.