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Parla il presidente nazionale Biagini: "La politica è piegata sulle istanze degli operatori"
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GENOVA – Spiaggia libera, questa sconosciuta. Nel Paese con una delle superfici costiere più ampia (e sfruttabile) d'Europa, trovare un bel posto dove stendere il proprio asciugamano senza pagare il ticket d'ingresso o usufruire di servizi a pagamento è sempre più difficile: la quota delle spiagge libere è molto bassa e laddove risultano presenti spesso le condizioni ambientali non sono le migliori.

Eppure in Italia esiste una normativa che fissa soglie precise nel rapporto tra arenili liberi e in concessione, ma si tratta di una delle leggi meno applicate. “La politica, sia a livello nazionale che locale è completamente genuflessa sulle istanze degli operatori balneari”, è l'accusa di Roberto Biagini, presidente del comitato nazionale Mare Libero, che difende il diritto dei bagnanti a scegliere la propria spiaggia preferita senza l'obbligo di pagare.

La recente sentenza del Consiglio di Stato, che ha ribadito che ogni proroga alle attuali concessioni oltre il 31 dicembre è incompatibile con la normativa europea – spiega Biagini – è un passo importante verso il ripristino di un corretto bilanciamento tra le diverse tipologie di spiaggia. Purtroppo le istituzioni sono insensibili a queste esigenze e solo la magistratura si è mostrata capace di intervenire in modo deciso”.

Per Biagini quella dei balneari è una vera lobby, “composta da sindaci, parlamentari, consiglieri regionali. E' stato sempre molto difficile applicare le norme con correttezza, la politica ha approfittato della discussione in atto in Italia su questo argomento per continuare a perorare gli interessi di pochi a danno della collettività”.

Sulla recente sentenza del Consiglio di Stato il presidente del comitato nazionale Mare Libero spiega: “Le proroghe sono illegittime, sul piano normativo si cerca di ricondurre le spiagge alla loro natura, sono demaniali e pertanto devono essere a disposizione della generalità dei cittadini. Attualmente siamo in una fase transitoria piuttosto caotica: gli enti locali dovranno attendere i criteri direttivi dei decreti che non sono stati ancora attuati o le linee guida delle regioni. La speranza è che si possa ripristinare un corretto bilanciamento nel vero rispetto delle leggi vigenti”.

Ma Biagini crede poco alle iniziative della politica: “Finora il legame tra governo, parlamento ed enti locali con la lobby dei balneari è risultato inscalfibile, se continuerà così non avremo alternativa rispetto alla presentazione di nuovi ricorsi per ottenere giustizia attraverso i tribunali”.