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LIGURIA - Numeri sempre più in crescita per le presenze turistiche in Liguria che registra quasi un sold out di prenotazioni negli hotel, secondo i dati forniti da Confesercenti. Il 94% delle camere per questo weekend sono prenotate, un dato che la porta ad essere la regina delle regioni italiane più gettonate, seguita da Lazio, Toscana e Veneto (tutte all’88%). E il dato si tocca con mano, dai treni tutti prenotati e presi d'assalto per poter raggiungere le riviere alla città di Genova che è un crocevia di lingue straniere, con tanti nasi all'insù tra ristoranti tipici e centro storico. La Liguria ha conosciuto un nuovo periodo d'oro dopo il Covid e, grazie anche al grande lavoro di promozione turistica, è una delle mete che dall'anno scorso ha visto presenze sempre più da 'record'.

Il trend è positivo in tutta la penisola. "La domanda turistica per il nostro Paese continua ad essere forte, soprattutto presso i mercati esteri: le presenze di visitatori stranieri crescono più velocemente di quelle italiane", commenta Vittorio Messina, Presidente Assoturismo Confesercenti. "Il comparto conferma dunque il buon momento, anche se restano – come sempre – criticità vecchie e nuove da risolvere. A partire dalla questione degli affitti brevi: sul ddl serve equilibrio, evitando restrizioni improprie delle attività imprenditoriali ma altresì garantendo regole uguali per tutti per evitare forme di concorrenza sleale". 

Il maggior volume di prenotazioni è stato rilevato per le strutture delle località costiere e dei laghi, anche se con qualche segnale di leggera flessione della domanda rispetto allo stesso periodo del 2022. Per alcune riviere, il tasso di saturazione dell’offerta è al di sopra del 90%, mentre invece si attesta al 78% per la Riviera Romagnola, che aveva registrato l’85% nel terzo weekend di luglio del 2022. 

Continuano invece a crescere le richieste di prenotazioni nelle città d’arte, dove i tassi di occupazione salgono all’84% della diponibilità complessiva dei portali. Un trend di crescita emerge anche per le località termali e di montagna, i cui tassi di occupazione raggiungono, rispettivamente, il 73 e l’82%.