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I giovani migranti ospitati dal centro di accoglienza 'Cittadella della Pace' della Caritas diocesana sono stati formati nelle scorse settimane per svolgere compiti di cucina e sala
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LA SPEZIA - Dieci giovani migranti sono stati formati nella città di La Spezia per rimediare alla carenza di personale registrata dai ristoranti nel periodo estivo. I ristoranti necessitano di personale, carente nella stagione estiva, e i richiedenti asilo si fanno avanti per risolvere questo problema. I dieci giovani migranti ospitati dal centro di accoglienza 'Cittadella della Pace' della Caritas diocesana sono stati formati nelle scorse settimane per svolgere compiti di cucina e sala, e saranno impiegati come stagionali a partire dai prossimi giorni.

Il progetto, promosso dalla Prefettura in collaborazione con Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato, Cna, Caritas e Centro provinciale per l'istruzione degli adulti, è stato presentato il 13 giugno. Un'iniziativa che favorisce l'integrazione tramite il lavoro  "Rispondiamo così a due esigenze: la carenza di personale nella ristorazione e il bisogno di queste persone di riaffermare la loro dignità tramite il lavoro", ha detto il prefetto, Maria Luisa Inversini. "Durante il corso propedeutico hanno potuto imparare le regole della sicurezza del lavoro e a rispettare le gerarchie di un ambito lavorativo. Anche questa è una spinta all'integrazione", ha aggiunto.

Il corso, che ha offerto anche nozioni base in tema di Haccp (insieme di procedure per certificare la formazione in materia di igiene e sicurezza alimentare, con l'obiettivo di garantire un elevato livello di tutela dei consumatori), si è svolto presso il ristorante L'Osteria della Corte, che vanta una citazione nella Guida Michelin. "Un'idea nata dalla richiesta delle aziende e dalla voglia di questi ragazzi di trovare il loro posto nella società", ha spiegato il titolare, Andrea Ferrero, commentando che "il corso è stato tagliato su una figura di base, con mansioni molto semplici. Un inizio".

Sono già diversi i ristoranti che si sono fatti avanti per offrire loro un contratto di tre mesi, tra cui La Perla del Fortino, l'Origami, Palati Fini e Il Caruggio di Porto Venere. "Il senso di restituzione è qualcosa di presente in tutti noi", ha sottolineato don Luca Palei, direttore della Caritas spezzina. "Dopo la fase dell'accoglienza, c'è un secondo tempo in cui questi ragazzi hanno voglia di mettersi in gioco. L'integrazione viene di conseguenza. Chi riceve non deve essere visto come un contenitore che viene riempito di servizio, ma può essere in prima persona chi dà", ha concluso. (Picture shows studenti e migranti in cucina per il progetto 'Cibo, integrazione e solidarietà', promosso dalle Acli di Roma e provincia e l'istituto superiore Vincenzo Gioberti, in collaborazione con la Caritas di Roma.