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I sindacati uniti sottolineano come a Cornigliano servano investimenti per rilanciare la produzione: "Il mercato è in continua richiesta ma noi non riusciamo a produrre nemmeno quello che facevamo l'anno scorso"
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GENOVA - "Questo è un avviso ai naviganti, se si continua così l'impianto di Genova muore, questa è una gestione fallimentare". I sindacati uniti lanciano l'allarme: destinatario del messaggio è il governo chiamato in causa nella gestione dell'ex Ilva, oggi Acciaierie d'Italia. A Genova la produzione di latta e banda stagnata è sottomercato, se ne produce meno della metà di quella richiesta. Il problema per l'impianto di Genova, sottolineano i sindacati, è che con ci vorrebbe un rifacimento e raddoppio delle attività che porterebbe a un incremento della produttività e a un aumento dei posti di lavoro.

"La situazione è drammatica - spiega Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria -, mancano gli investimenti, manca la manutenzione ordinaria e straordinaria. Il mercato è in continua richiesta ma noi non riusciamo a produrre quello che producevamo l'anno prima. L'azienda ci aveva detto che avremmo prodotto 4 milioni di tonnellate quest'anno e 5 milioni l'anno prossimo: la realtà è stiamo producendo molto meno. Mancano i pezzi di ricambio e questo genera il fermo dell'impianto oltre a mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori. Ad esempio siamo a meno 11 mila tonnellate di banda stagnata che è una peculiarità di Genova".

Stefano Bonazzi, segretario generale Fiom Cgil Genova spiega: "Siamo qui per denunciare la condizione dell'impianto. Il nostro è un grido d'allarme. Abbiamo un problema sullo stato degli impianti. Penso ad esempio alla latta: il mercato è in crescita e l'unico in Italia che può produrlo è quello di Cornigliano. Oggi vediamo uno stallo nella scelta della governance. Serve un segnale forte e l'unico che può darlo è il governo. Servono investimenti per rilanciare la produzione".

Per quanto riguarda la produzione di zinco l'anno scorso si era arrivati a una produzione di 450 mila tonnellate. Quest'anno da gennaio a maggio a Genova ne sono state prodotte 102 mila rispetto alle 244 mila dello stesso periodo dello scorso anno, in totale già 142 mila tonnellate in meno in cinque mesi dell'anno. Inoltre dei due impianti sono uno è in funzione. Una situazione, spiegano i sindacati, non determinata da una contrazione del mercato. Per quanto riguarda la banda stagnata, peculiarità dell'impianto genovese i sindacati registrano una produzione di 11 mila tonnellate in meno nei primi cinque mesi dell'anno rispetto all'anno scorso.

L'Italia in Europa è il maggior produttore di pomodoro e tonno in scatola, beni alimentari che vengono inscatolati grazie in parte alla produzione genovese che, spiegano i sindacati, potrebbe aumentare la produzione e coprire maggiormente il fabbisogno, facendo tutto in casa. "Pensare che la produzione della latta non sia in mano all'Italia è un delitto industriale" spiega Bonazzi.

Attualmente Mittal controlla il 62% di Acciaierie Italia e un altro 32% è in mano alla società del tesoro Invitalia controllata dallo Stato. Gli accordi prevedono però che il governo salga al 60% nel 2024. Il 19 giugno un nuovo incontro a Roma tra il ministro per le Imprese, Adolfo Urso, che ha convocato i sindacati. La presidenza del Consiglio inoltre si starebbe convincendo della necessità di convertire in capitale il finanziamento da 680 milioni, per portare Invitalia al 60% e assumere la governance del gruppo.