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Dibattito su Primocanale in merito ai 38 pini secolari che sembra impossibile salvare: piantati nell'Ottocento, verranno rimpiazzati da pini di Aleppo adulti alti 7 metri. Ma il Comune di Genova ha vagliato tutte le ipotesi
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GENOVA - Una decisione sofferta ma necessaria: la definisce così il vicesindaco Pietro Piciocchi, nonché assessore comunale ai lavori pubblici, quella di abbattere i 38 pini secolari che dall'Ottocento fanno ombra in corso Andrea Podestà e costituiscono ormai lo skyline di una delle vedute più belle su Genova dal quartiere di Carignano. Ma l'intervento di restauro si è reso necessario "sempre nell'intenzione dell'amministrazione di valorizzare la città e quell'area che va dalla rotonda di via Corsica a tutto corso Andrea Podestà, tanto che è stato autorizzato dalla Soprintendenza".

I 38 pini di corso Andrea Podestà e le grandi opere genovesi - IL COMMENTO

L'intervento, che in foto dimostra come prima e dopo i lavori l'effetto percepito sarà lo stesso, prevede la sostituzione degli alberi e della pavimentazione, oggi sconnessa e logorata non soltanto dal tempo, ma dalle stesse radici. Prima di prendere una decisione così drastica, il Comune di Genova ha commissionato alcuni studi agli agronomi che hanno constatato come "alcuni di questi alberi abbiano problemi alle cortecce, altri delle malattie e con le radici hanno creato problemi non solo all'asfalto ma anche infiltrazioni nei volumi sottostanti: ci siamo rivolti a soggetti terzi, indipendenti all'amministrazione comunale, per questo tipo di valutazioni", tiene a precisare Piciocchi in una lunga intervista a Primocanale.

"Prevediamo di sostituire questi alberi con dei pini di Aleppo molto gradevoli, già adulti, dell'altezza di 7 metri - quelli attuali hanno una altezza di 10 metri - in un intervento che non durerà più di 7 mesi"

Questa la promessa a corredo dei rendering che illustrano il progetto già approvato da Palazzo Tursi, ma che ha destato le rimostranze dei cittadini, affezionati a quegli alberi che svettano nel cielo di Genova. E che purtroppo sembra difficile poter salvare: "Abbiamo ragionato se si potessero ricollocare in vasi provvisori, ma non è possibile perché hanno un apparato radicale che è estesissimo e tendenzialmente si sviluppa tutto in orizzontale. Tutti i tecnici ritengono necessario l'intervento, che altrimenti vedrebbe nei prossimi anni comunque degli abbattimenti selettivi di questi alberi, per le loro malattie o per la loro pericolosità".

Non è però il primo caso di verde prima rimosso e poi sostituito, tra interventi di riqualificazione come il viale Carlo Canepa a Sestri Ponente, punteruolo rosso che ha colpito le palme del viale di Nervi, e altre necessità e non sempre l'effetto finale ha lasciato soddisfatti i residenti. In più a preoccupare sono anche altri alberi che hanno respirato in città per più di due secoli, come quelli a Castelletto. Ma dal vicesindaco arriva la rassicurazione: "I pini di Spianata Castelletto non sono assolutamente all'ordine del giorno perché sotto non ci sono strutture in pericolo né problematiche attive come quelle che abbiamo in corso Andrea Podestà". 

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