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Nei prossimi anni gli atenei italiani dovranno cambiare la propria offerta formativa per renderla più adatta alle esigenze del mercato del lavoro
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Ministro Messa a Orientamenti e aula dell'università di Genova

GENOVA - "Per adesso bene il Green pass, teniamolo perché per il momento ha funzionato e credo che continuerà a funzionare, è chiaro che bisognerà fare dei cambiamenti in caso in cui aumenti il contagio o i ricoveri, ma anche in quel caso si potranno poi valutare altri metodi anziché consentire l'accesso soltanto alle persone vaccinate", così il ministro dell'Università e della Ricerca Maria Cristina Messa ha commentato l'attuale situazione negli atenei e l'eventualità di ulteriori restrizioni specie in vista delle feste, escludendo quindi questa possibilità, al Salone Orientamenti di Genova, nella cornice dei Magazzini del Cotone. Attualmente a Genova molti corsi proseguono in modalità mista, altri invece sono solo online e il rettore Federico Delfino si augura per il prossimo semestre anche per le sue aule di poter tornare al 100% della capienza come già avviene a scuola. Ma tutto dipende dalla situazione pandemica, come ben evidenziato anche dal governatore Giovanni Toti. 

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Il ministro ha avuto l'occasione di poter fare un giro nel futuro campus di Erzelli, dove tra qualche anno si trasferirà il polo di ingegneria dell'Università di Genova. "Un bel progetto sia per le infrastrutture che verranno costruite sia perché diventerà un punto di incontro tra università, Iit, Cnr e le imprese, con uno scambio continuo e quotidiano: si pensa di mettere in finanziaria l'intero progetto". Intanto però in occasione di Orientamenti, Maria Cristina Messa ha potuto incontrare gli studenti e visitare il terzo piano del Salone dedicato proprio al mondo accademico. "L'orientamento è uno dei punti fondamentali su cui la scuola e anche l'università puntano, deve essere da ristudiare perché mai come oggi serve aiutare i ragazzi a scegliere e non solo presentargli le opportunità che hanno. Fondamentale sarà trovare dei meccanismi per l'autovalutazione e dare ai giovani un'idea di scelta molto concreta".

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"L'università dovrà saper cambiare nei prossimi anni", ammette il ministro. "In primis deve cambiare in termini di offerta, un'offerta che sia più vicina alle richieste del mondo del lavoro, al bisogno e alla domanda, anche perché stiamo assistendo ad un disallineamento tra offerta attuale e domanda. Dobbiamo recuperare questo gap, ma al tempo stesso è fondamentale proporre corsi innovativi che vadano incontro anche gli interessi e le capacità di studio di queste nuove generazioni che hanno un modo di apprendimento diverso rispetto a quello di un tempo".

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