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A differenza della Liguria la zona intorno al capoluogo piemontese è piena di allevamenti di suini: a rischio il Pil italiano
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LIGURIA - Il freddo aiuta il virus della peste suina africana che circolare più in fretta, rischiando di uscire dalle regioni già infestate. L'emergenza, scattata l'anno scorso dopo il primo ritrovamento, rischia infatti di espandersi dalla zona circoscritta della Liguria e del Piemonte verso il Cuneese.

A spiegarlo è Angelo Ferrari, il commissario straordinario per la peste suina. Il boom di casi registrati nelle ultime settimane tra i 54 Comuni della zona rossa di Piemonte e Liguria, che ha portato il totale a 269 carcasse malate, sarebbe quindi legato anche alle basse temperature: i ritrovamenti era infatti calato, o meglio quasi del tutto fermati, a marzo del 2022. 

"Era previsto, le condizioni sono ideali perché si diffondano i contagi e la malattia si sta spostando verso il Cuneese, ricca di allevamenti suini"

spiega Ferrari. La provincia non è, al momento, nella zona rossa segnalata in Piemonte, che comprende 78 Comuni tutti in provincia di Alessandria.

Peste suina, primo caso a Mioglia: è il secondo per la provincia di Savona - IL FATTO

La minaccia più grande, come spiegato dopo il primo ritrovamento a Ovada a gennaio del 2021, continuano a essere le gravi conseguenze (sia a livello economico che sociale) di una pandemia suina, che andrebbe a incidere sulla redditività degli allevamenti e a condizionare pesantemente le movimentazioni di suini e dei relativi prodotti all'interno dell'Unione Europea, nonché le esportazioni verso paesi terzi. L'epidemia tra i suini può infatti decidere 2 punti di pil, incidendo sulla vita degli italiani: "Con questo virus non si può convivere, va eradicato già oggi costa alla suinicoltura italiana 20 milioni al mese di export mancato, se arrivasse tra i maiali del Cuneese ne soffrirebbe il Pil".

Commissario peste suina a Primocanale: "Dimissioni? Vediamo" - LA NOTIZIA

"Oltre a recinzioni e rigore nei controlli, servono molti più soldi". Ancora una volta il commissario ha fatto intendere, come già aveva raccontato ai microfoni di Primocanale, una mancanza di fondi che non permette di fare niente di più di quello che già è stato fatto, al netto di abbattimenti non ancora nel numero immaginato, chilometraggio di rete metallica accanto alle autostrade e statali stoppato per scarsità di risorse governative e ira dei cacciatori per necessità di mettere mano al proprio portafoglio a fine battuta, in virtù dei controlli richiesti ai singoli capi.

"Aspetto la legge finanziaria e le adeguate risorse anche per le aziende coinvolte dai danni nonostante, su questo punto, la Liguria abbia già a disposizione 3 milioni di euro (disposti ma non ancora in cassa). Al momento sono stati stanziati, complessivamente, 20 milioni di euro che devono far fronte a un'epidemia che può decidere 2 punti di pil".

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