
SAVONA - Ancora un nuovo "primo" caso di peste suina in Liguria, questa volta a Mioglia, in provincia di Savona.
È il primo osservato in questo Comune che è il secondo colpito dall'emergenza nella provincia savonese. A oggi dunque i casi di positività sono 252: in Piemonte rimangono 163 le positività totali, mentre in Liguria salgono a 89.
Con il caso riscontrato nel savonese salgono a 50 i Comuni in cui è stato osservato almeno un caso di peste suina africana. È ancora allarme in Liguria: anche se non trasmissibile all'uomo la Peste suina può avere conseguenze gravi sia a livello economico che sociale, incidendo sulla redditività degli allevamenti e condizionando pesantemente le movimentazioni di suini e dei relativi prodotti all'interno dell'Unione Europea nonché le esportazioni verso paesi terzi. L'epidemia tra i suini può decidere 2 punti di pil, incidendo sulla vita degli italiani.
L'allarme è anche legato agli abbattimenti non ancora arrivati al numero immaginato, al chilometraggio di rete metallica accanto alle autostrade e statali stoppato per scarsità di risorse governative e alla rabbia dei cacciatori per necessità di mettere mano al proprio portafoglio a fine battuta e il divieto di "portarsi a casa" la preda, anche se negativa al virus: il presidente Cia Liguria Stefano Roggerone, durante l'incontro organizzato da Cia Liguria, Cia Piemonte e Valle D'Aosta, ha ribadito che ad oggi, nella zona rossa, è stato abbattuto un numero di capi irrisorio rispetto agli obbiettivi, senza contare la totale assenza di un calendario su quelle che sono le battute di caccia.
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Le aziende della filiera continuano quindi a vivere una situazione complicata e di difficile soluzione. Da tempo hanno lanciato un grido d'allarme, con gli agricoltori che continuano a subire ingenti danni da parte dei cinghiali e la necessità di abbattere i loro suini, molto spesso sani (6499 maiali macellati in Piemonte, 286 in Liguria).
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